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Bobbio - Chiavari

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza: Bobbio

Per chi proviene da Milano: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Bobbio 48 Km.

Per chi proviene da Bologna: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Bobbio 48 Km.

Per chi proviene da Pavia: SP 617 fino a Broni, poi SP 412 del Passo Penice, scollinamento al passo e discesa su Bobbio. Da Pavia a Bobbio 80 Km.

L’itinerario

Da Bobbio a Chiavari, quasi una “classica” del cicloturismo piacentino; dalle prime asperità fino al mare, attraversando passi, valli e luoghi isolati che lasciano sempre un ricordo indelebile. Iniziamo la nostra escursione in quel di Bobbio; appena arrivati a Marsaglia, deviamo a sinistra sulla SP 586; dopo il paese, ci si immerge nel silenzio più profondo, costeggiando il torrente dal colore dello smeraldo. Avanziamo a velocità di crociera sulla strada che risale dolcemente il fondo valle, gustando in pieno la selvaggia bellezza dei panorami, fino a Salsominore, 390 mslm, dopo una ventina di chilometri. Quando la salita comincia a farsi sentire e la strada si restringe, i chilometri diventano un vero e proprio spettacolo; nello stretto ed impervio canyon, scavato nel corso dei millenni dall’Aveto, siamo praticamente sommersi dalla macchia verde che si estende ogni dove; ogni tanto, spuntano rocce che si sporgono sulla sede stradale. Dopo la diga ed il confine regionale, prendiamo a sinistra la SP 28 per Pievetta; ci si alza decisamente con rampe discretamente impegnative fino al borgo e, dopo una contropendenza, sempre in salita, si arriva a S. Stefano a 1017 mslm. 

Attraversato il paese, ci immettiamo in direzione Piacenza sulla SP 654 ed iniziamo a scalare il Tomarlo; una salita regolare senza grandi problemi per il cicloturista; arrivati a poche centinaia di metri dalla vetta, prendiamo a destra, al cartello SP 15 “foresta del Penna”. Inizia un lunghissimo tratto decisamente suggestivo dal punto di vista ambientale; la bella stradina, tra saliscendi più o meno accentuati, giunge al passo del Chiodo, 1452 mslm. A sinistra scendiamo poi sulla SP 75; la foresta è talmente fitta che i raggi del sole non filtrano e si pedala nella penombra. Il sentiero, sporco e costellato da grossi sassi caduti dalla montagna, perde quota con stretti tornanti e brevi tratti rettilinei; passato il rifugio, ad un incrocio senza nome, proseguiamo ancora dritti, sempre in discesa, con qualche tratto dove l’asfalto scompare. Netta la sensazione di passare attraverso un mondo quasi sconosciuto; qui tutto l’ambiente è “clandestino”; superato Alpe, unico villaggio incontrato, all’incrocio presso Pontestrambo, pieghiamo a destra sulla SP 3, pedalando per diversi chilometri, fino a S. Maria del Toce, 717 mslm.

Inizia così l’ultima asperità di giornata; la salita, regolare su fondo ben tenuto e poco trafficata, si innalza con pendenze regolari per 5 chilometri, terminando al passo del Bocco a 956 mslm davanti ad un ampio piazzale ed un bel rifugio. Una leggera brezza di macchia mediterranea ci lascia intuire che il mare non è più così lontano. Da qui inizia una lunga discesa che è un vero capolavoro, dal fondo perfetto, molto tecnica e divertentissima. Curve e controcurve, un vero festival del discesista; finalmente la tensione della fatica si scioglie ed è bello lasciarsi andare incontro al vento. A Borgonovo Ligure riprendiamo la 586; pochi km ancora fino a Carasco, dove il traffico caotico ci costringe alla massima attenzione.

L’ultimo tratto tra le case di Chiavari non sarà ricordato come il più bello, ma ormai ci siamo. Costeggiando l’Entella giungiamo al mare, per l’immancabile foto di rito; abbiamo portato le bici in spiaggia, finalmente. Un piccolo viaggio lungo 110 chilometri con quasi 1800 metri di dislivello; un percorso che ha attraversato tutte le zone ambientali, pianura, collina, montagna e mare, di due regioni regalandoci preziose ed inusuali istantanee, frammenti nascosti del nostro bel Paese che, visto dalla sella di una bici, sembra ancora più bello. 

Variazioni possibili

1) Giunti a Santo Stefano d’Aveto, anziché proseguire sulla SP 654 in direzione Piacenza, si devia a destra in direzione Allegrezze, Alpicella e si raggiunge così il passo del Chiodo per riprendere il percorso proposto. La deviazione comporta un aggravio di circa 4 Km e 200 m di dislivello.

2) Volendo ridurre al minimo le difficoltà dell’itinerario, non si deve abbandonare la SP 586 in direzione Torrini e S. Stefano d’Aveto ma continuare sulla provinciale, superare il passo Forcella e dopo Borzonasca ricongiungersi con il percorso proposto. Con questa deviazione si risparmiano oltre 700 m di dislivello e quasi 30 Km.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi