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Punto di partenza: Travo
Per chi proviene da Milano: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Travo 30 Km.
Per chi proviene da Bologna: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Travo 30 Km.
Un giro nella media Val Trebbia richiamati dal fascino che emana la Pietra Parcellara, inconfondibile nella sua sagoma, e delle sue “sorelle minori”. Partiamo da Travo, 176 mslm e, superato il ponte della Trebbia, scaldiamo la gamba sulla 45 in direzione Perino, imboccando alla rotonda la vecchia statale. In località Due Bandiere, giriamo a sinistra verso Pillori. La strada si restringe ed inizia a salire con rampe impegnative; si pedala nel bosco ancora spoglio con il rumore del ruscello come colonna sonora. Sulla nostra destra, defilata rispetto alla strada, spicca la chiesa del piccolo borgo, dedicata a S. Cristoforo. Sotto di noi, Perino con il suo campanile, il torrente omonimo e la strada che porta al Cerro. Si sale tra campi, case isolate e calanchi sabbiosi con pendenze regolari che lasciano il tempo di guardarci intorno fino a Spinello (480 mslm). Qui l’asfalto finisce; una salita lunga 5 km con un dislivello medio del 5%.
Ritorniamo in discesa fino all’incrocio per Castana e giriamo a sinistra; adesso la stradina è un sentiero che fa traballare le bici; il fondo è sconnesso e granuloso, con buche e canaline senza grate, si scende con curve secche e mani sempre sui freni. Arrivati alle quattro case della minuscola località, pieghiamo a destra e in discesa piombiamo subito nella nuova piazza di Perino; a destra e poi subito a sinistra sulla nuova variante verso Bobbio, fino alla deviazione per Donceto; la salita inizia dopo una contropendenza, tra alti guard-rail con uno strappo durissimo fino al borgo e poi continua nel bosco spoglio con le foglie secche color marron chiaro a ricoprire il terreno. Lunghi rettilinei e qualche curva a risalire il pendio, quasi senza respiro.
Il bordo della strada è ricoperto dalla neve ed il fondo rugoso, irregolare e sporco di terra e sassi, aumenta non poco le difficoltà. Si spinge a tutta, con la testa bassa; qualche metro in falsopiano consente di respirare un attimo, ma le pendenze sono rasoiate per le nostre gambe; l’ultimo tratto è sterrato, tra pini sradicati e massi che incombono ai lati. Bellissima e tosta, con pendenze a doppia cifra, senza respiro. 4000 metri di salita al 9% medio; al bivio teniamo la destra e raggiungiamo sempre in leggera ascesa, dopo circa un paio di chilometri, Brodo a 680 mslm. Un pugno di case in mezzo alla neve, forse disabitate in questa stagione. In giro non si vede nessuno. Ci fermiamo un momento a respirare; a ridosso delle case, sopra di noi, il grumo di roccia della Pietra Marcia, nella valle sottostante l’andamento sinuoso della Trebbia, in lontananza si scorgono le case di Mezzano Scotti. Un balcone naturale che lascia a bocca aperta e che ripaga ampiamente la fatica.
Ritorniamo indietro, pedalando in discesa, con qualche breve contropendenza, fino ad incrociare la strada che sale a Costa Filietto. A destra si sale ancora per circa 4 chilometri fino alla trattoria e poi, con qualche saliscendi fino al Passo Caldarola a 738 mslm. In questo tratto, percorso innumerevoli volte, nel piccolo altopiano e nella discesa successiva su Travo, è sempre la Pietra che domina il paesaggio e sono momenti di pura gioia per gli occhi e per la mente. Uno spettacolo ambientale che non ci stanchiamo mai di ammirare, dal quale emerge quasi dal nulla anche il grumo di roccia della pietra Perduca con il caratteristico oratorio di S. Anna, la chiesa nella roccia, che risalta da lontano, incastonata nella pietra come un prezioso gioiello. Una lunga e gratificante discesa, fino a Travo stavolta su fondo discreto, toglie dai muscoli tutte le tossine accumulate. Un giro breve di 50 chilometri con circa 1000 metri di dislivello, in posti legati alla sacralità fin dai tempi più antichi. Un quadro naturale che svela, ancora una volta, il fascino di uno stupendo lembo di Piacentino.
In caso di carenza di energie dopo la faticata di Brodo, giunti sulla SP 65, anziché girare a destra e salire al passo Caldarola, si può girare a sinistra e scendere a Mezzano Scotti e immettersi a sinistra sulla SS 45 per un veloce ritorno al punto di partenza.
Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi
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