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Castel San Giovanni

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza: Castel San Giovanni

Per chi proviene da Milano o da Bologna: dall’autostrada A1, seguire la direzione Piacenza Sud e continuare sull’autostrada A21, uscire a Castel San Giovanni.

Per chi proviene da Brescia o da Genova: dall’autostrada A21 uscire a Castel San Giovanni.

Per chi proviene da La Spezia: dall’autostrada della Cisa A15 continuare sull’autostrada A1, seguire la direzione Piacenza Sud e continuare sull’autostrada A21 fino all’uscita di Castel San Giovanni.

L’itinerario 

Castel San Giovanni 78 mslm, “la porta della val Tidone”. Da via Garibaldi, attraversiamo Piazza XX Settembre, fino alla deviazione a sinistra per Creta. Si esce dall’abitato in leggerissimo falsopiano sulla strada detta “Costa Rosa”, sul crinale tra la Val Tidone e l’Oltrepò pavese. Ci scaldiamo la gamba sui leggeri e continui saliscendi, tra case sparse, minuscoli borghi, aziende agricole che punteggiano le “coste”, con i pendii delle colline ricoperti da ordinatissimi vigneti a perdita d’occhio. Attraversata Creta, appena prima di arrivare a Vicobarone, diamo un’occhiata al bel castello di Luzzano, 219 mslm, nascosto dalla vegetazione, attualmente sede di un’azienda agrituristica e vitivinicola. Superata la grande cantina di Vicobarone, ed arrivati all’incrocio del paese abbiamo percorso 11 km; teniamo la destra, incominciando a scendere su strada rugosa con buche improvvise e segni di frane. Ogni zolla di terra è coltivata a vite!

Dopo circa 6 km di saliscendi, arrivati a Torrone, iniziamo una discesa verso S. Maria della Versa; scendiamo prudenti sul fondo sconnesso fino alla deviazione sulla sinistra per Soriasco e Pizzofreddo, appena prima dell’abitato di S. Maria. Si sale agevolmente per circa 2 km; il torrione medioevale del borgo si staglia contro il cielo azzurro, mostrando tutta la sua potenza. Superiamo il paese e proseguiamo sempre in salita fino a Pizzofreddo, 450 mslm; 3-4 chilometri di salita, senza troppe difficoltà, anche per il cicloturista giunto a fine stagione. Giriamo subito a destra verso Golferenzo, dove arriviamo dopo un paio di km, nel silenzio più profondo. Il paese è minuscolo, arroccato in cima alla collina; una sosta per ammirare la valle sottostante e per vedere l’olmo (ormai segato), sotto il quale Napoleone riposò dopo la battaglia di Lodi. 

Scendiamo a fondo valle, dove giriamo a destra sulla provinciale 201, percorrendo in piena spinta gli ultimi chilometri che ci separano da S. Maria della Versa, 200 mslm, sfruttando un lunghissimo falsopiano, in discesa. Attraversata la città del vino dopo qualche chilometro, alla grande rotonda giriamo a destra ed attacchiamo lo strappo che ci porta a Donelasco a 290 mslm; meno di 2 km con pendenze attorno al 7%. I restanti km sono tutti in discesa più o meno accentuata fino a San Damiano al colle, 216 mslm. Arrivati a fine discesa, giriamo a sinistra sulla provinciale 189 e proseguiamo verso la SS 10, fino ad incrociare sulla destra la deviazione per Mondonico; un giro di pochi chilometri solo per osservare da vicino un angolo di collina defilato, ma che offre il tipico panorama di questo angolo di terra; lo strappo tra i filari di viti è breve (1.000 metri) e porta al minuscolo borgo arroccato in cima al rilievo. Una breve discesa ci riporta ancora sulla 189 e dopo la deviazione in direzione Ganaghello, pedalando sulla strada del Pradello, sbuchiamo ancora sulla costa rosa in direzione del nostro capolinea odierno, Castel San Giovanni. 

Un giro di 60 chilometri con 900 metri di dislivello su strade ondulate, con poco traffico. Altezze modeste, brevi salite con qualche tratto impegnativo, continui mangia e bevi, su asfalto spesso in pessime condizioni ma senza grandi difficoltà, adatto a tutti. Tra pianura e collina, sul crinale che divide le province di Piacenza e Pavia, abbiamo pedalato in un ambiente modellato dal lavoro duro e costante degli uomini, che ha consentito a questa terra di essere conosciuta in tutto il mondo per la qualità del loro prodotto. In lontananza, anche le vette delle Alpi già imbiancate dalla prima neve caduta osservano il grande spettacolo di queste colline “pettinate” dalle viti, dove la cultura del vino è ragione di vita.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi