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La salita del Lisore

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza: Bobbio

Per chi proviene da Milano: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Bobbio 48 km.

Per chi proviene da Bologna: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Bobbio 48 km.

Per chi proviene da Pavia: SP 617 fino a Broni, poi SP 412 del passo Penice, scollinamento al passo e discesa su Bobbio. Da Pavia a Bobbio 80 km.

L’itinerario 

Lisore, 1.064 mslm. Non è assolutamente un caso che il nome di questa salita faccia rima con sudore! Un piccolo “mostro”, nascosto nella Val d’Aveto, dalle parti di Salsominore, sulla SP 586 R per Chiavari. Non è un passo, non è un valico, ma soltanto un piccolo sentiero asfaltato circa una quindicina di anni fa, che collega la provinciale 586 con la panoramica di Ottone. Duro, senza respiro, capace con le sue rampe maligne di spezzare reni e gambe se preso con poco allenamento o leggerezza. Noi lo affrontiamo una volta all’anno, come una medicina da prendere per forza, sempre dopo aver lasciato Bobbio, ed esserci divertiti ad osservare, ancora una volta, la Trebbia che gioca con la montagna, sulla 45, fino a Marsaglia. Appena in paese prendiamo a sinistra, per scaldarci la gamba sul Mercatello, lungo ma dolce, fino alla deviazione subito dopo Brugneto, circa 3 chilometri prima del passo. 

Una piccola stradina a mezzacosta, ricavata da un antico sentiero medioevale, regala inusuali vedute appenniniche, dentro un silenzio profondo, collegando gruppi di case che rompono il verde cupo delle foreste. Colla, Tornarezza, Casella, Curletti e Cattaragna; un piccolo mondo che profuma di cose buone, di sapori antichi, tra numerosi saliscendi, per una decina di chilometri. Arrivati qui è d’obbligo una sosta alla fontana ristoratrice, nella minuscola piazza. Davanti a noi, sull’altro versante, gli stretti tornanti del Lisore, che fanno già male solo a vederli da lontano. Si intuisce alla prima occhiata che non sarà di certo una passeggiata di salute! Sotto di noi la provinciale che sfiora Salsominore, la piccola centrale dell’Enel, il corso tumultuoso del torrente, così come la ripida discesa che affrontiamo appena superato il borgo. Siamo in un attimo davanti al ponticello che scavalca il rio. 

Adesso il tempo per osservare il panorama è finito. Concentrati ed aggrappati al manubrio, pestiamo sui pedali con tutta la forza che abbiamo, elevandoci sopra il fondo valle. Un lieve, illusorio calo della pendenza; poi è un muro, allo scoperto, per molte centinaia di metri, con i sassi caduti dal pendio che luccicano sotto il sole. Ancora un piccolo respiro dopo le quattro case, a metà salita, con provvidenziale ristoro idrico. L’ultimo tratto è terribile con rasoiate anche sopra il 15-18%. L’ultimo, perfido tornante con le rovine della chiesina di Selva è il segno della fine di una vera e propria verticale lunga 6,6 km con pendenza media del 9,5%. La fontana sulla strada, girati a destra, a poche centinaia di metri, frigorifero naturale di bottiglie di “nettare dei santi”, posate da mano ignota, rappresenta un vero salvavita, un potente talismano contro la fatica, il sudore versato, il fantasma del fallimento. Inizia la discesa; sotto alle ruote delle nostre bici la panoramica di Ottone, direzione Cerignale, srotola senza risparmio il suo incredibile spettacolo di storia, cultura, natura. Mentre ci lasciamo trasportare veloci in questo contesto naturale da cartolina ci sentiamo confusi e felici in sella alla bici.

Variazioni possibili

Poco prima di entrare a Brugneto deviare a destra per Casale, Salsominore. Si raggiunge così in discesa la SP 586 R della Val d’Aveto; girando a sinistra si raggiungono Salsominore e Ruffinati da dove, a destra, parte la salita di Lisore. Con questo percorso si risparmiano circa 13 km.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi