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Punto di partenza: Marsaglia
Per chi proviene da Milano: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Marsaglia 57 km.
Per chi proviene da Bologna: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Marsaglia 57 km.
Per chi proviene da Pavia: SP 617 fino a Broni, poi SP 412 del passo Penice, scollinamento al passo e discesa su Bobbio, SS 45 direzione Genova. Da Pavia a Marsaglia 89 km.
Una mulattiera asfaltata alla buona, lunga 5 terribili chilometri, neanche segnalata dalle carte ufficiali, appena fuori Zerba. Salita durissima, aspra, con fondo tormentato, non offre al cicloturista il minimo appiglio, un attimo di tregua. Si può naufragare tra queste montagne quasi disabitate, da sempre terre di confine, ricche di mistero. Da Marsaglia pedaliamo sulla cara, vecchia SS 45 fino al bivio sulla destra per Zerba. Il poco traffico motorizzato scompare per incanto e ci proiettiamo in un’altra dimensione temporale. Silenzio e aria fine: la strada prende quota, dopo qualche contropendenza, in maniera regolare, con pochi e agevoli tornanti che regalano belle vedute sulla verdissima Val Boreca.
Dopo Cerreto, 562 mslm, giungiamo a Zerba, dove appena fuori paese spiccano, dal profondo verde, le gloriose rovine della torre Malaspina, nobile famiglia che dominò per secoli la zona. Il piccolo borgo a circa 950 m di quota è disteso lungo la stradina che sale il fianco della montagna, verso il passo del Giovà. Superate le ultime case pieghiamo a destra, in direzione monte Lesima; un sentiero asfaltato molto tempo fa si inerpica sul ripido pendio senza esitazione, passando davanti alla chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo. Pendenze che richiedono tanto impegno, tanta pazienza e tanta voglia di non mollare la presa. La tensione e la fatica sono mitigate ogni tanto, quando il bosco si dirada, dalla vista di una valle che la Trebbia ha pennellato nel corso dei millenni.
Un piccolo incanto naturale e una salita che lascia senza fiato; 5000 m con dislivello di 553 m per una pendenza media dell’11,1% e punte sopra al 15%. Dopo lo scollinamento, (nessun cartello a segnalarlo), si resta in quota pedalando in souplesse, all’ombra dei monti Lesima e Lesimina. Questo tratto ci consente il recupero tra verdi prati e la frescura dei boschi, godendo di una vista emozionante, fino a Prodongo. Poi è tanta discesa, mani sui freni e occhio vigile. Sconfiniamo in provincia di Pavia: Corbesassi, Brallo di Pregola. Una fragranza di pane fresco si spande nell’aria tra paesaggi dove sembra un mare l’erba.
Scendiamo a valle e dopo Colleri giriamo a sinistra per Pratolungo; superata una contropendenza a Pieve di Montarsolo, la discesa è piena, gratificante fino a Marsaglia, là dove la Trebbia mostra ogni giorno il suo meraviglioso affresco naturale. Un piccolo, affascinante angolo di mondo ci ha fatto assaggiare, in sella alla bici, tutta la durezza del vivere in posti così isolati, sperduti, fuori dal tempo, ma nel contempo ricchi di fascino e mistero. La Val Boreca, un piccolo gioiello selvaggio, così bello da togliere il respiro.
Scollinata la Valle Inferno e giunti sulla provinciale, si può girare a sinistra e dopo circa 6 km si troverà a sinistra la deviazione per la salita al monte Lesima (+12 km e 500 m di dislivello). Oppure, non deviare per il Lesima ma proseguire per un altro chilometro fino al passo Giovà (15 km e 300 m di dislivello aggiuntivi). In entrambi i casi bisognerà poi ripercorrere a ritroso la stessa strada fatta dal punto della variazione per riprendere il percorso originario.
Tratto da "Cicloturismo in Libertà" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi
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