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Punto di partenza: Pontenure
Per chi proviene da Milano: dall’autostrada A1, uscire a Piacenza Sud, prendere la Tangenziale Sud, uscire allo svincolo in direzione Montale/Parma, proseguire sulla SS 9 Via Emilia fino a Pontenure
Per chi proviene da Bologna: dall’autostrada A1, uscire in direzione Fiorenzuola, seguire le indicazioni per Fiorenzuola prendendo la SP 462 R, continuare sulla SS 9 Via Emilia fino a Pontenure
Per chi proviene da Brescia: percorrere l’autostrada A21 in direzione di Piacenza ed uscire a Piacenza Sud, prendere la Tangenziale Sud, uscire allo svincolo in direzione Montale/Parma, proseguire sulla SS 9 Via Emilia fino a Pontenure
Per chi proviene da Genova: dall’autostrada A7 continuare sull’autostrada A21, uscire a Piacenza Sud, prendere la Tangenziale Sud, uscire allo svincolo in direzione Montale/Parma, proseguire sulla SS 9 Via Emilia fino a Pontenure
Siamo a Pontenure, punto di partenza del giro odierno; il borgo è attraversato dalla vecchia statale Emilia, carica di storia e di traffico, che taglia diagonalmente tutta la pianura padana. Lasciamo la piazza Re Amato in direzione sud, prendendo subito a sinistra alla prima rotonda. Superiamo il primo cavalcavia (saranno le uniche asperità di giornata) seguendo le indicazioni verso Caorso e Cortemaggiore. La strada inizia ad inoltrarsi in una pianura ordinata ed uniforme che toglie al cicloturista ogni punto di riferimento. Lo confessiamo subito; per evitare il più possibile il traffico e le statali che tagliano questa fetta piatta di piacentino, tra il parmense ed il cremonese, ci siamo persi e poi ritrovati, osservando da vicino un grande quadro agreste, ormai quasi nascosto dalle miriadi di infrastrutture moderne. Abbiamo pedalato lungo “traversi” e strade basse, praticamente senza traffico e molto ciclabili, un fitto reticolo che lambisce aziende agricole, cascinali sparsi, borghi minuscoli e tante piccole cappelle dedicate alla Madonna.
Dopo un breve tratto rettilineo sulla SP 587, siamo a Chiavenna Landi e poi a Saliceto in località Uttini, distante qualche centinaio di metri per una visita alla casa natale della mamma di Verdi, il grande musicista che tanto segnò la nostra storia. Ritorniamo indietro e imbocchiamo la via del Ponte; dopo averlo passato svoltiamo a sinistra per La Chiusa e poi a destra per Fontana Fredda, piccole località perdute nel mare verde della bassa. Giunti ad un incrocio senza nome prendiamo a sinistra, arrivando così, dopo un chilometro di strada bianca, ad incrociare ancora la 587 al km 12, vicino all’azienda agricola Codavecchia; tenendo la destra seguiamo l’alto profilo dei campanili di Cortemaggiore che ci indicano la direzione fino al centro della cittadina. Qui attraversiamo il centro ricco dei fasti di un glorioso passato e all’incrocio andiamo a sinistra verso S. Martino in Olza, dopo aver lasciato sempre a sinistra la bella chiesa dell’Annunziata.
Arrivati a Bersano seguiamo il cartello per S. Agata, Villa Verdi; in questo tratto, la stradina è un piccolo nastro che si srotola sotto le nostre ruote, quasi in religioso silenzio. A S. Agata quattro case sparse, spicca solitaria la sontuosa villa del Maestro circondata da un imponente parco. Sbuchiamo sulla SR 588 e proseguiamo fino a Villanova d’Arda. All’inizio del paese i cartelli della via del Po ci indicano una via nuova che seguiamo istintivamente; una breve disgressione per visitare il parco isola Giarola, nascosto nella campagna tra piccoli argini. Ritornati in paese, alla piazza giriamo a destra sulla via dei ciliegi, proseguendo verso Soarza, sempre su strade basse dal fondo scorrevole, a velocità confortevole tra i 28/30 km/h; curve, controcurve e brevi rettilinei seguono probabilmente i confini delle varie proprietà. Arrivati ancora sulla SP 588 dei 2 ponti, pieghiamo a destra per un breve tratto e poi, dopo un ponte, subito a sinistra.
Seguiamo un piccolo argine che presenta inizialmente un fondo molto tormentato che attraversa una campagna piatta come una tavola; pedaliamo per diversi minuti seguendo i cartelli per S. Nazzaro incrociando infine la SS 10 che, in un paio di chilometri ci porta fino a Caorso. Qui, quasi fuori paese all’altezza del ristorante “rocca bianca” giriamo a sinistra e iniziamo l’ultimo tratto del nostro giro di pianura. Superiamo Muradolo e dopo una decina di chilometri siamo ancora nella piazza di Pontenure, il nostro capolinea odierno. Un giro di 74 chilometri tutto in pianura, adatto anche ai principianti ed al cicloturista poco allenato; nonostante statali, autostrade, binari ed insediamenti industriali, questo piccolo tratto di pianura creata dal grande fiume e dai suoi numerosi affluenti, conserva ancora tenacemente il fascino discreto di un mondo antico.
Giunti a Bersano, anziché girare per Sant’Agata si prosegue dritto e in circa 3 Km si raggiunge Busseto, luogo verdiano per eccellenza. Da qui è poi facile arrivare alla villa Verdi per riprendere il percorso originale. Questa deviazione aggiunge circa 7 Km all’itinerario suggerito.
Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi
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