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Punto di partenza: Castell’Arquato
Per chi proviene da Milano o da Bologna: uscita autostrada A1 Fiorenzuola, proseguire per Fiorenzuola d’Arda, svoltare lungo la strada Provinciale di Bardi direzione Castell’Arquato per 9,1 km (totale km 91)
Per chi proviene da Torino: autostrada A21 a Piacenza proseguire sull’A1 (direzione Bologna), uscire a Fiorenzuola d’Arda, svoltare lungo la strada Provinciale di Bardi direzione Castell’Arquato per 9,1 km (totale km 203)
Castell’Arquato, città d’arte tra pianura e Appennino: ci sentiamo proiettati indietro nel tempo. Un salto nel Medio Evo, quando la potenza di famiglie che hanno fatto la storia, come gli Sforza e i Visconti, era all’apice. Pedaliamo sulla SP 6 bis in direzione di Lugagnano, per 6 km, attenti al traffico che scorre veloce. A centro paese giriamo a sinistra, iniziando la lunga, interminabile salita che ci porterà, dopo oltre 26 chilometri, al passo Pellizzone. Superata Vernasca a 450 mslm, la strada sale con pendenze mai eccessive. Il traffico è assente; si prende quota con calma, assaporando in pieno il tipico ambiente appenninico. Il fondo stradale è discreto e si procede di conserva fino ad incrociare la SP 359 R, proveniente da Pellegrino, un paio di km prima di Bore a 838 mslm. Il borgo, già terra parmense, è un magnifico balcone naturale che domina la sottostante valle del Cenedola. La strada prosegue ancora per 8 km, fino ad incrociare il cartello per Casali di Morfasso, con una piccola stradina che si perde nel bosco.
Ma arrivati al bivio, dopo tutto questo pedalare in salita, decidiamo di arrivare in cima al passo Pellizzone, a 1.029 mslm, al confine con la provincia di Parma. Dopo le foto di rito, ritorniamo sulle nostre pedalate ed imbocchiamo, sulla sinistra, la stradina stretta, tortuosa e con l’asfalto che appare e scompare, che ci porterà fino ai 631 metri di Morfasso. Il minuscolo sentiero s’insinua in leggera discesa nei boschi ancora spogli e, dopo aver indugiato in quota, si trasforma in una vera e propria picchiata a valle; adesso si scende veloci, su fondo perfetto, fino alle case del paese. A Morfasso, circondato da alte montagne, le vedute della valle sono da cartolina. La Val d’Arda è veramente spettacolare in questo tratto; il verde brillante dei prati, un tripudio di fiori che colorano a chiazze bianche e gialle i pendii.
Dopo la canonica sosta ristoratrice, riprendiamo un’altra bella stradina in lieve, costante discesa, a mezza costa, passando da Labè e altre minuscole località disseminate lungo il pendio. Da lontano, il blu profondo del lago di Mignano spicca tra le tonalità del verde, come un piccolo gioiello. Arrivati a Rabbini, alla chiesa giriamo a sinistra affrontando un brevissimo, ma impegnativo strappo di 900 metri al 10% medio, che ci porta a Taverne, 661mslm, quattro case ed un originale totem di legno, che rappresenta il contadino di “Valtolla”. Proseguiamo nel bosco di pini fino ad incrociare la strada che arriva dal parco provinciale; a destra, in discesa, con curve e controcurve, per diversi chilometri, osserviamo compiaciuti un ambiente naturale che ci sorprende sempre anche se ormai qui siamo di casa. Si scende a velocità controllata e con molta prudenza causa il tratto veramente dissestato e poco ciclabile, fino alla chiesetta bianca della Madonna del Piano, appena prima di Lugagnano, 229 mslm.
Lo spettacolo del Monte Giogo che sovrasta il borgo è di notevole effetto scenografico; siamo stanchi, ma il richiamo della val Chiavenna è irresistibile; pieghiamo allora a sinistra e pedaliamo felici sul falsopiano in discesa per lunghi minuti. Il nastro asfaltato perfettamente, che taglia la piccola valle, è favoloso. Il cicloturista qui si sente in paradiso; velocità, bellezza ambientale, silenzio e poca fatica, il che non guasta; è veramente il massimo. Attraversato Vigolo Marchese e ripresa la SP 6 bis concludiamo così, dopo qualche km, la nostra ricognizione giornaliera. Pedalando tra antiche case colore della terra e vicoli stretti in acciottolato raggiungiamo il centro alto di Castell’Arquato; la piazza del municipio è un posto speciale. Un percorso di 83 chilometri e 1.400 metri di dislivello, con lunghe salite e strappi brevi e duri, tra verdi montagne, stradine dimenticate, castelli, borghi medievali e vedute indimenticabili.
1) Giunti in piazza a Morfasso, anziché svoltare a sinistra per Rabbini si può proseguire dritti sulla SP 21 che porta direttamente a Lugagnano e poi a Castell’Arquato. Con questa deviazione si risparmiano 21 Km e 100 m di dislivello.
2) Giunti alla chiesetta di Madonna del Piano, alle porte di Lugagnano, anziché svoltare a sinistra per percorrere la Val Chiavenna, si prende a destra per entrare a Lugagnano e rientrare a Castell’Arquato risparmiando 10 Km di strada.
3) 7 Km dopo Taverne, al bivio della SP 47, anziché svoltare a destra per Lugagnano si può svoltare a sinistra in direzione Rustigazzo. Al bivio di Vicanino si mantiene la destra e si giunge alla chiesa della Madonna del Piano, sul percorso originario. Questa deviazione comporta un aggravio di 11 Km e 200 m di dislivello.
Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi
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