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Questo muro è un classico della provincia, tra i più conosciuti e frequentati dai cicloturisti. Appena fuori Ponte dell’Olio, vicino al ponte sul torrente, la sp 55, sede ampia e asfalto in buono stato, si alza con un lungo rettilineo con pendenze intorno al 13%. Poi la strada si restringe, piega a destra e sale ancora per 300/400 metri fino al cartello Montiglio. Alla fine sono 1.300 metri al 9%; un tratto impegnativo, ma senza pendenze esasperate il muro è localizzato in un’importante via di comunicazione tra due valli, pertanto il traffico veicolare in alcune ore della giornata può rappresentare un problema.
Da Biana, sulla vecchia statale verso Bettola, al cartello che indica Montesanto, si stacca uno stretto corridoio pieno di buche e detriti che dimostra fin dalle prime pedalate la durezza dell’ascesa. Il fondo irregolare, asfaltato recentemente in alcuni tratti, aumenta le difficoltà; si avanza tra curve strette e brevi rettilinei. Dopo la località Vianova un tratto di 200 metri durissimi che lasciano il segno. A Pian dei Ciliegi si può iniziare a respirare ed arrivare così all’incrocio con la strada che sale da Castione, davanti al piccolo madonnino. 2.700 metri al 9% medio con punte al 18%.
Lungo la salita al Cerro versante da Perino, si stacca sulla destra al cartello “cascate Perino” questa stradina che taglia il versante in posizione defilata. Attraversa minuscoli insediamenti e fattorie sparse, salendo a gradoni ripidi; risulta oltremodo difficile trovare il ritmo. Lungo quasi 3.300 metri finisce con un ultimo duro strappo al cartello Verogna, sulla strada che arriva a Calenzano.
Collavalle o Passo Colla. Un nome che è tutto un programma; sembra (la colla) di averla sotto le ruote. Da Rompeggio, subito dopo il ponticello sul torrente, la stradina sale a gradoni senza mai un momento di tregua. Le pendenze sono subito aspre ed il fondo tormentato non aiuta certo una scalata che impegna veramente a fondo il cicloturista; 1.500 metri di asfalto con punte superiori anche al 16%, senza tregua. Arrivati ad un pugno di case è praticamente finita; la sp 654 r è appena sopra alle nostre teste e praticamente rappresenta la fine delle sofferenze. Un muro defilata quasi nascosto che, una volta scalato, si fa ricordare molto a lungo.
Si lascia la sp 654 dopo Selva girando a destra al cartello Torrio. La stradina si impenna subito con pendenze importanti fino al rifugio Gaep. Poi l’ascesa diventa ancora più dura; si sale con curve secche e brevi rettilinei, dove non c’è mai il tempo di rifiatare. Il panorama resta sfumato intorno a noi; procediamo piano in un posto isolato, dove il silenzio viene rotto soltanto dal nostro ansimare. Pendenze medie sempre superiori al 10% con punte al 14%. 3.000 metri di sofferenza ripagata da una bellezza nascosta di un passo clandestino a 1469 mslm. Un vero e proprio muro di alta quota, molto impegnativo.
Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi
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