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Muri della Val Nure

1 - Bagnolo

Questo muro è un classico della provincia, tra i più conosciuti e frequentati dai cicloturisti. Appena fuori Ponte dell’Olio, vicino al ponte sul torrente, la sp 55, sede ampia e asfalto in buono stato, si alza con un lungo rettilineo con pendenze intorno al 13%. Poi la strada si restringe, piega a destra e sale ancora per 300/400 metri fino al cartello Montiglio. Alla fine sono 1.300 metri al 9%; un tratto impegnativo, ma senza pendenze esasperate il muro è localizzato in un’importante via di comunicazione tra due valli, pertanto il traffico veicolare in alcune ore della giornata può rappresentare un problema.

2 - Montesanto

Da Biana, sulla vecchia statale verso Bettola, al cartello che indica Montesanto, si stacca uno stretto corridoio pieno di buche e detriti che dimostra fin dalle prime pedalate la durezza dell’ascesa. Il fondo irregolare, asfaltato recentemente in alcuni tratti, aumenta le difficoltà; si avanza tra curve strette e brevi rettilinei. Dopo la località Vianova un tratto di 200 metri durissimi che lasciano il segno. A Pian dei Ciliegi si può iniziare a respirare ed arrivare così all’incrocio con la strada che sale da Castione, davanti al piccolo madonnino. 2.700 metri al 9% medio con punte al 18%.

3 - Supercerro

Lungo la salita al Cerro versante da Perino, si stacca sulla destra al cartello “cascate Perino” questa stradina che taglia il versante in posizione defilata. Attraversa minuscoli insediamenti e fattorie sparse, salendo a gradoni ripidi; risulta oltremodo difficile trovare il ritmo. Lungo quasi 3.300 metri finisce con un ultimo duro strappo al cartello Verogna, sulla strada che arriva a Calenzano.

4 - Collavalle

Collavalle o Passo Colla. Un nome che è tutto un programma; sembra (la colla) di averla sotto le ruote. Da Rompeggio, subito dopo il ponticello sul torrente, la stradina sale a gradoni senza mai un momento di tregua. Le pendenze sono subito aspre ed il fondo tormentato non aiuta certo una scalata che impegna veramente a fondo il cicloturista; 1.500 metri di asfalto con punte superiori anche al 16%, senza tregua. Arrivati ad un pugno di case è praticamente finita; la sp 654 r è appena sopra alle nostre teste e praticamente rappresenta la fine delle sofferenze. Un muro defilata quasi nascosto che, una volta scalato, si fa ricordare molto a lungo.

5 - Crociglia

Si lascia la sp 654 dopo Selva girando a destra al cartello Torrio. La stradina si impenna subito con pendenze importanti fino al rifugio Gaep. Poi l’ascesa diventa ancora più dura; si sale con curve secche e brevi rettilinei, dove non c’è mai il tempo di rifiatare. Il panorama resta sfumato intorno a noi; procediamo piano in un posto isolato, dove il silenzio viene rotto soltanto dal nostro ansimare. Pendenze medie sempre superiori al 10% con punte al 14%. 3.000 metri di sofferenza ripagata da una bellezza nascosta di un passo clandestino a 1469 mslm. Un vero e proprio muro di alta quota, molto impegnativo.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi