Statistiche web

Panoramica di Ottone

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza: Marsaglia

Per chi proviene da Milano: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Marsaglia 57 km.

Per chi proviene da Bologna: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Genova, SS 45 direzione Genova. Dall’uscita A1 a Marsaglia 57 km.

Per chi proviene da Pavia: SP 617 fino a Broni, poi SP 412 del passo Penice, scollinamento al passo e discesa su Bobbio, SS 45 direzione Genova. Da Pavia a Marsaglia 89 km.

L’itinerario

Marsaglia con il suo campanile caratteristico è il nostro punto di partenza. Inforcata la bici pedaliamo con buona lena sulla statale direzione Genova, in leggera salita fino alla vecchia cantoniera e, dopo la sosta per osservare stupiti come sempre la leggendaria sagoma di Surus (l’ultimo elefante di Annibale, disegnato dal fiume e dalla montagna), ci lasciamo trasportare dalla discesa, fino al ponte del Lenzino, la testa piena di suggestioni e pensieri. Che strano effetto fanno questi posti. La vecchia, malandata, affascinante SS 45 piega a destra e comincia a salire fino alla deviazione sulla sinistra per Cerignale; stiamo imboccando “La panoramica di Ottone”, l’antica via del Cifalco. Una salita regolare, pedalabile, su una stradina con fondo buono, qualche strappo attorno a Cerignale, e uno spettacolo che durerà per sempre, dentro di noi. Prati verde brillante, borghi, castelli, pinete, rocce verdi, silenzi profondi, le case di Marsaglia in lontananza, nel fondovalle. L’Aveto disegna anse, salti d’acqua, lambendo la SP 586 R per Chiavari; uno scenario naturale, sopra ad un crinale che domina il fondovalle, che lascia a bocca aperta. Le rovine del castello di Cariseto, che videro tra i suoi illustri ospiti l’imperatore Federico Barbarossa, si stagliano ancora, superbe e minacciose, a sorvegliare la strada; il potere incute sempre un po’ di timore, anche a distanza di secoli.

Superata Selva a 1064 mslm, dopo esserci riforniti di acqua freschissima alla fontana, la sagoma della chiesina diroccata dedicata a Santo Stefano ci avverte che oggi il Lisore non è previsto nel “menù” di giornata. Cattaragna, sul versante opposto della valle, sembra quasi un miracolo, in equilibrio tra la montagna ed il vuoto, appoggiata su un piccolo sperone di roccia. Dopo Rovereto la strada si biforca. Noi prendiamo a sinistra e in leggera discesa giungiamo ad Orezzoli, tra saliscendi a mezza costa che risalgono il crinale fino al valico del Pescino, in terra ligure. La solitaria SP 72 disegna traiettorie ardite tra fitti boschi e rocce sporgenti sulla sede stradale, superando pugni di case, Vicosoprano, Vicomezzano, Alpepiana, perdendo rapidamente quota fino al ponte sull’Aveto. A sinistra si va giù per qualche km sulla strada verso Piacenza, fino alla deviazione prima di una galleria per Boschi e Torrio. 

Dentro il bosco, solo il rumore del nostro ansimare sul nastro d’asfalto che prende quota. Si sale nella penombra fino al piccolo borgo, dove 2 strettissimi tornanti ci avvisano dell’arrivo a Torrio, a quota 1069 m. Da qui, il passo Crociglia mostra il suo lato cattivo, che non perdona il povero cicloturista, ormai quasi stremato. Allo scoperto, pochi tornanti e lunghi micidiali rettilinei con pendenze a doppia cifra, si sale tirando con le braccia e sperando che finisca presto. Succede a quota 1468 mslm tra boschi e pascoli, e sembra quasi un piccolo miracolo. Tirato il fiato, si scende di buona lena fino a Selva (Val Nure), imboccando la SP 654 R fino a Ferriere, strada ampia, con qualche buca e asfalto irregolare. Attraversiamo il paese e finalmente affrontiamo il dolce Mercatello, ultima asperità di giornata. Sono ore e ore che pedaliamo, adesso il panorama comincia ad essere sfuocato, la stanchezza stringe la sua presa e noi siamo le sue vittime consapevoli.

Non è lunga, non è dura, anzi, ma la strada che sale sembra non finire mai; arrivo al cartello del passo al lumicino, ma ancora vivo. La discesa è divertente e lunga; si scende intuendo la strada percorsa al mattino dall’altro versante, senza perdere d’occhio quella su cui stiamo pedalando. Brugneto, Castelcanafurone, Ozzola, Casaldrino, Marsaglia, in un lampo è finita, siamo alla macchina. La giornata, lunghissima, è volata via in un attimo. 102 km, percorsi in posti dove una natura mai completamente domata mostra in pieno tutta la sua selvaggia bellezza, hanno lasciato un segno indelebile nella nostra mente e nelle nostre gambe.

Variazioni possibili

Scesi da Alpepiana si imbocca la SP 586 R verso Piacenza; giunti alla deviazione per Boschi si può tirare dritto e percorrere la provinciale fino a Marsaglia. Si accorcia così il percorso di circa 25 km e 800 m di dislivello. Per dare invece un po’ di pepe in più, come nella variazione precedente non si devia per Boschi ma si prosegue verso Piacenza. Giunti in località Ruffinati, poco prima di Salsominore, si devia a sinistra per Lisore e si risale sulla panoramica al passo Selva dove, svoltando a destra si ritorna al punto di partenza. La salita di Lisore (descritta in un altro itinerario di questo volume) è decisamente impegnativa: 1064 m di dislivello in 6,6 km per una pendenza media del 9,5%.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi