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Sarturano

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza: San Nicolò

Per chi proviene da Milano o da Bologna: autostrada A1 a Piacenza sud, passaggio ad autostrada A21 e uscita a Piacenza Ovest, poi SP 10 direzione S. Antonio a Trebbia. Dall’uscita A21 a San Nicolò 2 Km.

Per chi proviene da Torino o Brescia: uscita autostrada A21 Piacenza Ovest, poi SP 10 direzione S. Antonio a Trebbia. Dall’uscita A21 a San Nicolò 2 Km.

L’itinerario

Partiamo dal centro di S. Nicolò, imboccando la SP 7 che porta ad Agazzano; dopo un paio di km deviamo a sinistra per Mamago sopra. La stradina, arrivata alle case del minuscolo borgo, piega a sinistra e diventa una stretta e bella ciclabile che, transitando sotto il ponte “Paladini”, scavalca il Trebbia. Superato così il fiume, pedaliamo in direzione Gossolengo, sulla stradina dal fondo discreto; per un lungo tratto giriamo nella piatta campagna, tra cascinali e case isolate, fino a raggiungere il paese, dopo un lunghissimo, interminabile rettilineo. Superata la chiesa ed il castello, seguendo il cartello ciclovia del Trebbia, arriviamo alla piazza del paese, tenendo la destra per Rivergaro. La provinciale è larga, anche un po’ trafficata, e ci porta, dopo qualche chilometro pedalati con molta attenzione al traffico, all’incrocio per Agazzano; pieghiamo a destra e ammiriamo, superando il lungo ponte, la caratteristica, inconfondibile torre del castello di Rivalta, che spicca tra il verde degli alberi.

Giunti all’incrocio, davanti alla statua dedicata al condottiero cartaginese Annibale Barca, giriamo a destra, pedalando in leggerissima discesa fino a Tuna; siamo sulla SP 40. All’incrocio deviamo a sinistra, ancora sulla SP 7, per qualche km, con qualche tratto dal fondo tormentato, arrivando a Gazzola. Attraversiamo il paese e, dopo pochi km eccoci alle porte di Agazzano, dove cominciamo a scavallare i lunghi valloni che lambiscono l’abitato e consentono una magnifica veduta dell’immensa pianura; ad altezze modeste, lo spettacolo è indubbiamente notevole. Dopo Castano, 250 mslm, pieghiamo a destra al cartello che indica Sarturano. Una bella, divertente e facile discesa su un tortuoso corridoio che scende nel lembo di terra tra collina e pianura. Davanti a noi, la grande torre ed il campanile della chiesa di Montebolzone si innalzano nel cielo. 

Arrivati a Sarturano si prosegue dritti in direzione Tavernago, fino all’incrocio, dove pieghiamo a destra per arrivare al piccolo borgo. Dopo 2 km di strada con fondo disastroso, giunti alla chiesa solitaria svoltiamo a destra, seguendo il bellissimo viale alberato, non asfaltato, che arriva davanti alla stupenda villa di Tavernago. Si prosegue ancora su tratto sterrato con fondo compatto per altri 2 km fino a incrociare nuovamente la strada; a destra con poche pedalate in leggerissimo falsopiano transitiamo ancora da Sarturano. Passiamo davanti alla piccola chiesa, perché qui era posto il ristoro dell’Epica, manifestazione ciclistica che si svolge in Ottobre. In questi pochi chilometri discretamente ondulati, tra colline e pianura il fascino discreto e l’atmosfera quasi di altri tempi, sono la principale caratteristica di questo angolo di terra quasi nascosto. Incrociando nuovamente la strada, stretta e male asfaltata, pieghiamo a sinistra fino ad arrivare a Campremoldo Sopra e proseguiamo dritti verso Gragnano. Siamo quasi arrivati alla fine; passati da Gragnanino ritorniamo velocemente, sulla provinciale, al nostro capolinea nel giro di pochi chilometri.

Una breve escursione di 55 chilometri senza salite vere, con un modesto dislivello di 350 metri; un percorso con qualche saliscendi, ma prevalentemente pianeggiante. Adatto a tutti, anche al cicloturista alle prime armi, magari con la bici da passeggio, il giro racchiude tutte le peculiarità proprie di questa terra; castelli, fiumi, qualche tratto di strade sterrate, ville, chiese e ricco di forti suggestioni storiche e gastronomiche. Tra piccole stradine che solcano la pianura, insinuandosi tra le prime colline, abbiamo riscoperto piccoli borghi e brandelli nascosti di un territorio che non finisce proprio mai di sorprenderci.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi