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Torrio

Come raggiungere il punto di partenza

Punto di partenza: Ferriere

Per chi proviene da Milano: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Val Nure, SP 654 R direzione Ferriere. Dall’uscita A1 a Ferriere 55 Km.

Per chi proviene da Bologna: uscita autostrada A1 Piacenza sud, tangenziale sud di Piacenza direzione Val Nure, SS 654 R direzione Ferriere. Dall’uscita A1 a Ferriere 55 Km.

L’itinerario 

Torrio, paese dimenticato. Non è segnalato neanche sulla cartina ufficiale del Touring e quando passi sembra abitato solo dal vento, ben mimetizzato tra le montagne che dividono l’Emilia dalla Liguria, tra l’alta Val Nure e la Val d’Aveto. Partiamo da Ferriere a 626 mslm risalendo la valle sulla SP 654 R; una salita lunga, con qualche tratto impegnativo e contropendenze che lasciano respirare. Superate piccole località come Casalcò, Gambaro e Selva a 1.107 mslm, abbiamo percorso più di 11 chilometri. Passato il borgo svoltiamo a destra al cartello che indica Torrio ed il Rifugio GAEP. La stradina si inerpica bruscamente con pendenze che lasciano subito intuire che arrivare in cima non sarà una passeggiata di salute. Secche curve, brevi rettilinei che tagliano il pendio tra prati e boschi ancora senza foglie, fino ad arrivare al rifugio, appena sopra l’asfalto ormai rovinato. Qui le difficoltà aumentano ancora e, complice il fondo stradale, per avanzare bisogna spingere a tutta, anche con le braccia; alla fine saranno 3 km con pendenza media del 10,5 % con punte al 14%. Non molla un centimetro fino a pochi metri dal passo Crociglia, posto a 1.468 mslm. La successiva discesa è molto tecnica, curve e controcurve; sentiamo forte il rumore dell’acqua che scende da ogni dove e si precipita tra mille ruscelli, a valle.

Arrivati a Torrio, 1.069 mslm, proseguiamo dritti in direzione Santo Stefano, ancora in leggera salita per un paio di chilometri, fino ad incrociare il cartello che segna il confine tra le due regioni. Il sentiero indugia ancora per qualche chilometro senza perdere quota; poi superato il fitto bosco, uno spiazzo vuoto si apre davanti a noi. Un’ampia curva e si comincia a scendere tra fitte foreste di pini; anche qui la discesa è molto tecnica, stretta e non permette di fare molta velocità. Sbuchiamo a Campomenoso e subito dopo eccoci al fianco del magnifico, imponente castello Malaspina a S. Stefano, 1.012 mslm, che incontrastato, domina tutta la vista. Adagiato in una splendida conca circondato da alte montagne, il paese è un centro turistico che prende vita nel periodo estivo con numerose manifestazioni folcloristiche. 

Abbiamo percorso finora 26 km di strada e dopo una sosta ristoratrice, attacchiamo sempre sulla 654 la salita verso il Tomarlo. Sede stradale larga e praticamente deserta; nonostante le pendenze non siano mai terribili, il fondo, rovinato e sconnesso, complica non poco l’ascesa che culmina, dopo aver sfiorato la deviazione sulla destra per il monte Penna, al passo Tomarlo a 1.482 mslm, tra Liguria e provincia di Parma. In totale 10 chilometri di ascesa al 4,7% medio. Si prosegue ancora in leggera salita per un paio di km poi si scende filando tra pendii ricoperti di neve, su asfalto che permette di prendere velocità, fino al passo dello Zovallo a 1.491 mslm. Qui rientriamo in provincia di Piacenza e la 654 ritorna ad essere una trappola per cicloturisti. 

Prestando la massima attenzione, scendiamo a Ferriere in una manciata di minuti, ripercorrendo in senso inverso il percorso mattutino. Un giro breve di 56 km ma con un dislivello di quasi 1.500 metri. Fuori dal tracciato della provinciale che risale la val Nure un mondo quasi nascosto, si mostra ai nostri occhi; piccoli villaggi, posti quasi sconosciuti, perduti nelle valli che segnano questo territorio di confine; per scoprirli bisogna avere pazienza, e pedalare su stretti sentieri, poco agevoli e male asfaltati. Ma il fascino e le storie che raccontano, le atmosfere antiche di altri tempi che emanano, ripagano ampiamente la fatica. E si intuisce che vivere qui, ieri come oggi, non deve essere propriamente comodo e facile come un bel giro in bici.

Variazioni possibili

Giunti a Torrio, anziché proseguire dritti per Santo Stefano d’Aveto si svolta a destra per Boschi e si scende sulla SP 586 della Val d’Aveto, la si percorre in direzione Genova e dopo 5 Km si incontra a sinistra la deviazione per S. Stefano d’Aveto dove ci si ricongiunge col percorso qui proposto.

Tratto da "Cicloturismo in Libertà 2" di Dino Schiavi e Graziano Majavacchi