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Da Bramaiano a Rigolo

Presentazione

Quasi per una sorta di pudore, la Val Nure esita a svelarsi a chi la risale in automobile. Inizialmente ampia, popolata di aziende, mantiene fino a Ponte dell'Olio un aspetto ancora urbano. Poi, passato quell'abitato, dove la strada segue la traccia della vecchia ferrovia, i boschi e il torrente si fanno più vicini, a suggerire che un cambiamento è in atto. E soltanto oltre Bettola la valle mostra la sua natura selvaggia, lasciando capire che, più avanti, ci si imbatterà nei giganti della provincia. Il Nure si infossa e separa la dorsale che corre alla sinistra idrografica e culmina nel Monte Osero dalle piccole e profonde scanalature laterali che, a destra, scendono dalle pendici del Monte Santa Franca. Tra queste, la più suggestiva è quella scavata dal Rio Restano; la Costa della Franca, che la delimita a nord, termina a precipizio sul greto del Nure, la cui azione erosiva nel corso dei millenni ha contribuito a creare quella parete triangolare stratificata che è significativamente chiamata Rocca del Lupo. Il momento in cui, vinto il reverenziale timore che incute, la si aggira per entrare nella spaccatura in cui scorre il Restano, è tra i più affascinanti di questa escursione che, impegnativa soltanto per la lunghezza, presenta tre diverse facce.

Inizia con l'avvicinamento alla Rocca del Lupo, che si svolge tra i campi digradanti e lungo l'aperto alveo del Nure; è questo il tratto che potrebbe essere impraticabile, in caso di livello del fiume molto alto, e che pone quindi un rigido vincolo stagionale alla percorribilità dell'itinerario. La marcia prosegue nell'ambiente intimo dei fitti boschi all'uscita dei quali ci si trova proiettati nel tempo indeterminato che avvolge i borghi di Restano e di Rigolo Chiesa; e si conclude con una tranquilla camminata per una strada rurale a mezza costa che, meno coperta dagli alberi, permette di rivedere dall'alto la valle che si è percorsa in precedenza.

L’avvicinamento in auto

Entrati a Bettola si gira a sinistra appena prima del ponte, seguendo le indicazioni per Prato Barbieri. Dopo poco più di 2 chilometri, in località Bramaiano si gira a destra dove un cartello indica, tra le altre destinazioni, Negri e Fontanavento. Si parcheggia immediatamente dopo il bivio, davanti all’ “Osteria dell'Ago”.

L'escursione 

Si imbocca la via in discesa a destra dell'osteria, innestandosi poco dopo, sempre in discesa, nella strada asfaltata che attraversa il paese. Si supera la chiesa e si punta verso il cimitero; quando lo si raggiunge se ne costeggia il muro di sinistra per aggirarlo, poi si procede al limitare del prato, guidati dai segnavia per quanto possibile frequenti. Arrivati in fondo al prato se ne segue la curva a sinistra, ignorando dapprima una discesa che si stacca verso destra, ma cercando subito dopo un varco tra gli alberi che dovrebbe essere segnalato dal bollo biancorosso (il condizionale è d'obbligo, perché la zona è arbustiva e l'unico marcatore è applicato a un bastone precariamente piantato nel terreno). Immediatamente si guada un ruscello per tornare presto a costeggiare dei campi mentre, sullo sfondo, fa la sua comparsa la frazione di Negri, che si raggiunge dopo aver attraversato una carreggiabile. Quando finisce la discesa tra le case si volta a sinistra accanto a una recinzione e, dopo aver camminato accanto ad alcuni orti, ci si immette a sinistra sulla carreggiabile. 

In 5 minuti si raggiunge un capanno dove un cartello "le vie di Genova e la Romea" indica Farini a poco più di 5 chilometri; si passa a destra della costruzione e, 2 minuti dopo, si gira a sinistra, guidati dal segnavia, per attraversare un ponticello e arrivare di nuovo alla strada lasciata al capanno per girarvi a destra e, subito, ancora a destra. Ormai si cammina molto vicino al Nure finché, in meno di 10 minuti, si è costretti a scendere proprio sul greto. L'operazione può essere un po' laboriosa perché, nonostante si sia lontani dal braccio principale del fiume, è possibile che ci sia acqua anche fino al ginocchio; occorre guardarsi intorno e scegliere il punto più favorevole al guado.

Appena arrivati all'alveo si nota subito che, qualche metro più avanti, il segnavia richiama già sulla terraferma, proprio in prossimità di una fonte. Inizia un tratto che costeggia il Nure rimanendo al suo livello, finché si raggiunge la Rocca del Lupo, il promontorio che, chiudendo la strada, obbliga a superarlo scendendo nuovamente tra i ciottoli. Appena si finisce di aggirarlo si entra a sinistra nel sentiero 029, come indicato dal CAI, che risale la valle del Rio Restano. Per 10 minuti si cammina tenendo il ruscello alla propria destra, poi, dopo aver cambiato lato guadandolo, occorre stare attenti, perché 2 minuti più tardi, su una curva a sinistra della mulattiera, il sentiero da seguire, quello segnalato, si stacca a destra in modo poco evidente. A destra, allora, affrontando per la prima volta una salita impegnativa, lungo la quale si procede senza incertezze, trascurando semplicemente alcune diramazioni in discesa. Occorre mezz'ora per ritrovare il piano, quando ormai manca poco alle prime case in pietra di Restano; una volta usciti dall'abitato si segue l'asfaltata per pochi metri, imboccando poi a destra una mulattiera in salita (non ci si lasci ingannare dal segnavia disegnato sul palo vicino a una discesa a sinistra). Qualche minuto dopo si sta a sinistra al bivio, poi, ritornati all'asfalto, si gira a destra, in salita, raggiungendo in 5 minuti la deviazione a sinistra per Rigolo Chiesa, chiaramente evidenziata da un cartello; proprio sul bivio c'è una bella fontana.

Arrivati alla chiesa (è a meno di 100 metri dalla svolta) si gira a sinistra, entrando nel centro del paesino, raggiunto il quale si volta a destra. In pochi minuti si raggiunge e si guada il Rio delle Barche. Subito dopo, dove il sentiero si apre per diventare una carreggiabile, si dà l'addio al segnavia, che porta sulla mulattiera che sale a destra; dritto, dunque, rimanendo sulla principale. Per un'ora si prosegue su questa strada fino a immettersi, girando a sinistra, in discesa, in quella per Bramaiano (sull'intersezione delle due vie un cartello indica, in salita, Fontanavento). Ancora mezz'ora, durante la quale si ignora la deviazione per Bernoni, e si conclude l'escursione.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero