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Da Brugnello al Bric Carana

Presentazione

Il comune di Corte Brugnatella occupa quell'area montuosa alla sinistra del Trebbia che si estende all'incirca da ponte Organasco a Marsaglia. A metà di quel tratto il Trebbia riceve le acque dell'Aveto e la natura comincia a svelare il suo aspetto selvaggio, addomesticato a valle dal digradare dei rilievi e dalla presenza di agglomerati urbani. Sul lato opposto del Trebbia rispetto all'affluente, si snodano sentieri sicuri e ben praticabili in un ambiente che i dislivelli rendono isolato più di quanto l'esigua distanza dai centri abitati possa far credere.

Brugnello, con lo spettacolo offerto dalla sua chiesa in bilico sulla scarpata, è agevolmente raggiungibile in macchina, ma da lì parte un sentiero che presto si ramifica e può condurre a Bobbio come a minuscoli borghi nascosti nel verde, tra i quali Riva, Maglia, Pietranera e Carana. Quest'ultimo, sovrastato dal dente di roccia del Bric Carana (805 m), è uno dei più alti, con una magnifica veduta sulla Val Trebbia. Tutti questi paesi sono naturalmente raggiungibili anche in auto, però non partendo da Brugnello. In particolare, si può guidare fino a Carana lasciando la statale 45 poco dopo Confiente. La soddisfazione di arrivarvi al termine di una dura salita tra i boschi è però impagabile e giustifica la camminata qui proposta che, è bene precisarlo, può essere effettuata anche in pieno inverno, magari con la neve, con o senza sci ai piedi. Si può prendere in considerazione anche l'idea di percorrere il tragitto in sella a una mountain bike, portandola magari a mano sulle salite più impegnative, che è meglio lasciare ai professionisti.

L'avvicinamento in auto 

Appena superato il ponte al termine di Marsaglia si entra, a destra, in un largo in fondo al quale la via prosegue con un'ulteriore curva a destra. A dispetto dei minacciosi cartelli di transito a proprio rischio e pericolo, davvero eccessivi, si segue la strada asfaltata tenendo la destra ai vari bivi che si incontrano. Brugnello si raggiunge in 5 minuti; all'arrivo, subito a sinistra, si lascia la macchina nell'ampio e comodo parcheggio che accoglie i visitatori. Chi volesse caricare la borraccia troverà la fontana inoltrandosi per 50 m nella via a sinistra del ristorante, immediatamente visibile all'ingresso in paese. 

L'escursione

Arrivati davanti al ristorante (è a 30 metri dal parcheggio) si gira a sinistra costeggiando il giardino di una casa e imboccando via dell'Eremo, dove è già presente il segnavia bianco e rosso. Il sentiero è largo, con affioramenti rocciosi. Dopo meno di 10 minuti si costeggia un piccolo acquedotto e, davanti a sé, in alto, si vede già Carana, che si raggiungerà però solo dopo aver aggirato la montagna, non per mancanza di vie dirette, ma per il piacere della passeggiata. Si prosegue in un boschetto di giovani querce, si trascura un sentiero che, 5 minuti più tardi, proviene da destra e, pochi metri più in là, si entra in una mulattiera procedendo dritto a destra; questo bivio è il punto al quale si tornerà, da sinistra, dopo aver aggirato il monte.

Tenendo ben presente che obiettivo dell'escursione è raggiungere Carana dalle spalle, si ignorano le deviazioni a sinistra che a mano a mano si incontrano. Finora la pendenza è stata moderata, ma dopo poco meno di mezz'ora dalla partenza la strada si inerpica, anche se per poco, rimanendo allo scoperto per un quarto d'ora tra macchie di ginestre; il panorama si apre su Brugnello e sulle montagne del lato destro del Trebbia. Dopo altri 8 minuti si arriva a una strada bianca carreggiabile. L'incrocio è a 645 m di quota, il punto più alto su questo lato dell'anello; a sinistra si va a Carana ma, ancora una volta, si procede diritto, in direzione Bobbio, che pochi istanti dopo diventa visibile, insieme con le più vicine anse di San Salvatore. 

Il cammino procede per mezz'ora senza difficoltà, finché fa la sua comparsa addirittura l'asfalto; non se ne dolgano i puristi del trekking, ché presto rivedranno le amate mulattiere. Come riferimento certo, poiché l'asfalto potrebbe, col tempo, raggiungere altre zone, si tenga il nome Riva della località in prossimità della quale ci si trova. Ancora 5 minuti e si è all'estremità del percorso: finalmente si gira a sinistra seguendo il cartello dell'Anas che segnala Maglia a 2 Km; è presente anche una freccia segnaletica biancorossa con il numero 143 di sentiero. Ormai si è lasciato il Trebbia per addentrarsi nella suggestiva valle del torrente Cariane e si raggiunge Maglia in 20 minuti. L'abitato, quasi fantasma, è distribuito in lunghezza ed è percorso da due vie parallele: una "tangenziale", che sta in basso, a destra, e una centrale, che costeggia le case e che è quella da imboccare.

Quando si è in centro al paese si nota e si segue, aiutati dai segnavia, la strada che sale a sinistra. All'inizio, per 10 minuti, si è tra gli alberi; dove la vegetazione si apre si incontrano dei ruderi tra i quali è interessante inoltrarsi, lasciando per un istante la via, per raggiungere una spettacolare, gigantesca quercia. Poiché si cammina tra i rovi è bene prestare attenzione a dove si mettono i piedi; l'incontro con un rettile potrebbe non essere gradevole. Ripresa la marcia, ancora quasi dieci minuti e, alla biforcazione, si tiene la sinistra, ancora una volta aiutati dai segnavia, poi, dopo un altro quarto d'ora, si costeggiano bei prati. 

La salita non cessa neppure per un istante, ma dopo 5 minuti (si cammina ormai da 2 ore e mezza), si scorge, davanti un po' a sinistra, il cocuzzolo color ruggine del Bric Carana, atteso segnale di fine della fatica. Al bivio che si incontra si tiene la destra, oppure, se si vuole visitare Carana, che è a due passi, si gira a sinistra, ricordando che qui si dovrà poi ripassare. Dopo otto minuti di strada ampia e panoramica è ben indicata la discesa da prendere, a sinistra, per raggiungere Pietranera, prossimo traguardo. Alla vista del Monte Penice, che già da tempo si riconosce facilmente grazie alle antenne sommitali, si aggiunge ora quella del Monte Lesima, con l'inconfondibile radar, a creare il piacere degli occhi.

Un quarto d'ora dopo aver preso la discesa si è a Pietranera, accolti da una bella chiesetta proprio nel punto in cui si attraversa la strada asfaltata e si continua a scendere dritto, uscendo dall'abitato al termine del secondo tornante che si supera. Poco dopo, sulla destra, affiora un grande blocco di pietra il cui colore giustifica il nome del paese appena lasciato, poi si arriva a un calanco piuttosto ripido, attorniato da ginestre e con Marsaglia visibile sullo sfondo. Altri 2 minuti e la discesa termina in una mulattiera che la taglia; sull'angolo, come riferimento, la cisterna in cemento di un acquedotto. Si gira a sinistra e, dopo 5 minuti, si è tornati al "manico" della racchetta percorsa; da qui in poi, prendendo a destra, è strada nota per un quarto d'ora: l'automobile è lì che aspetta. 

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero