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Da Canadello ai Laghi Moo E Bino e al Prato Grande

Presentazione

In un'ampia radura che porta come corona i monti Megna, San Martino e Roccone, il Lago Moo, al quale la pronuncia anglofona del nome conferisce, paradossalmente, un'impronta di bucolica autenticità, giace tranquillo, in un angolo a nord, alimentato dai ruscelli che vi convergono attraversando il prato. Prato che, di fatto, è da considerarsi parte integrante del lago, intriso com'è, in tutta la sua estensione, di acqua affiorante. È spesso frequentato da cavalli al pascolo, e anche quando il bacino è particolarmente ristretto dall'arsura, come quasi sempre accade nella stagione calda, offre una riposante ospitalità con il suo florido canneto, saldamente radicato nell'angolo dove il prezioso liquido non manca mai e con gli accoglienti boschetti perimetrali. 

Molti anni fa la carreggiabile che vi sale da Canadello era aperta alle auto; oggi l'attenzione ai gioielli naturali si è fatta più severa e alle macchine è vietato l'accesso da una sbarra chiusa a chiave. L'ambiente è così rimasto ben conservato e ha mantenuto un'impagabile dimensione umana; con un'ora di camminata a portata di tutti vi si arriva senza essere disturbati dal sottofondo dei motori. Si può poi proseguire fino al Lago Bino, non lontano, anche se separato dal fratello da una salita abbastanza impegnativa. 

Chi, infine, avendo fatto trenta volesse fare trentuno, potrebbe decidere di tornare alla vettura raggiungendo il Prato Grande, alle pendici del Monte Ragola, e dirigendosi poi verso l'abitato di Pertuso, per attraversarlo e chiudere l'anello avendo scoperto scorci sempre nuovi. È ciò che in queste righe viene consigliato, considerando che lo sforzo maggiore è concentrato nel tratto che unisce tra loro i due laghi.

L'avvicinamento in auto

Arrivati a Ferriere, prima della curva a destra che supera il ponte sul Nure, si lascia la statale voltando a sinistra e imboccando la salita per Canadello (il cartello per il Lago Moo è già presente). In cinque minuti si arriva a Canadello; si trascura il primo ingresso e, quando l'abitato è ormai alle spalle e la strada prosegue per Rompeggio e Pertuso, si gira a sinistra, come per entrare nel paese che si sta lasciando, e subito a destra, parcheggiando nello spiazzo sterrato dal quale parte il sentiero.

L'escursione

La sbarra che impedisce l'accesso alle auto è il chiaro segnale d'inizio del percorso. La strada è ampia, la pendenza moderata, il segnavia appare regolarmente, soprattutto quando si tratta di indicare una scorciatoia che consente di tagliare un tornante. Si raggiunge velocemente una fontanella ricavata dal troppopieno di una vasca d'acquedotto; è posta a destra, appena fuori dalla strada. Proseguendo, si vede presto il Monte Megna, riconoscibile per la presenza, sulla cima, di un riflettore per telecomunicazioni (un semplice pannello simile a un cartellone pubblicitario); è il monte che si aggira per arrivare al lago. Dopo 50 minuti la salita lascia il posto al piano e si trasforma progressivamente in contenuta discesa finché si incontra un bivio; a sinistra è indicato il sentiero 023 per Rocca, mentre davanti a sé è già riconoscibile la conca del Lago Moo, che si raggiunge in un attimo. 

Per riprendere la marcia al termine dell'inevitabile sosta si tenga come riferimento il sentiero dal quale si è arrivati: a sinistra, in fondo alla conca, si vede una mulattiera che sale attraverso gli alberi, per raggiungere la quale è necessario guadare l'emissario del lago (quasi inesistente per buona parte dell'anno). Ci si ritrova su quel sentiero 023 ignorato in un primo tempo e lo si percorre, anche se per poco, per un tratto in mezzo al bosco che ricorda le montagne russe (quelle del luna park!), con una breve e ripida discesa seguita da un'altrettanta breve e ripida salita. Quando lo 023 piega decisamente a valle (è trascorso pochissimo tempo da quando si è lasciata la conca), davanti a sé, con un po' d'attenzione, si riconosce un sentiero nel bosco, non segnalato, che si imbocca e si percorre in netta salita per meno di 5 minuti, raggiungendo e seguendo, sempre verso monte, una sterrata ampia come quella partita da Canadello, ma molto meno agibile a causa dei grandi sassi disseminati ovunque.

È la lunga strada che da Rocca va al Passo dello Zovallo, ottima per i camminatori, ma anche per agguerriti ciclisti mtb (in discesa!) e, nella stagione idonea, per sciatori escursionisti; i segnavia riportano il numero 021. Per mezz'ora si cammina cercando di economizzare il fiato, perché la pendenza è consistente e incessante; poi, quando si è in un provvisorio falsopiano e la strada piega a destra, a sinistra si intuisce, anche perché ben segnalata, la deviazione che porta in 2 minuti al Lago Bino, deviazione che vale sicuramente la pena di seguire. Tornati alla sterrata si è ancora in pendenza sfavorevole per 10 minuti, anche se meno accentuata, e poi ci si rallegra del ritrovato piano, ma non per molto; ancora salita per un quarto d'ora e ci si affaccia sul Prato Grande, il pascolo a lato del Monte Camulara in fondo al quale si erge il maestoso Ragola, il primo "1.700" che si incontra provenendo da questo crinale.

La strada comincia finalmente a scendere lungo il prato, risale per un attimo dopo le staccionate poste dagli allevatori; leggermente decentrata a sinistra rispetto alla direzione di marcia, una sbarra indica il proseguimento della strada per il Passo dello Zovallo. Si continua a seguirla per venti minuti, ormai sempre in discesa, fino a un bivio in cui si tiene la destra, verso valle; a sinistra si arriverebbe al Passo. Si scende lasciando alla propria destra l'imponente blocco di roccia del Groppo Pertuso, che dà nome al sottostante abitato, nel quale si transita poco più tardi. Il ritorno alla macchina è ormai soltanto questione di pazienza, perché la strada diventa asfaltata, pur rimanendo suggestiva, affacciata a sinistra sulla profonda gola nella quale scorre il Rio Spadara. In un'ora si superano Rompeggio (lasciandolo a valle, senza entrarvi), Volpi e Rocconi e si arriva all'automobile.

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero