Statistiche web

Da Capanne Di Cosola ad Artana e Bogli

Presentazione

Lungo la strada che, passando per Zerba e Vezimo, percorre tutto il versante settentrionale della Val Boreca, Capanne di Còsola è l'ultimo centro abitato che si attraversa prima di cominciare la discesa verso la provincia di Alessandria. L'aspetto tipicamente montano dell'ambiente è sottolineato dai vicini impianti sciistici di Capannette di Pej; in inverno l'innevamento della zona è sempre abbondante, se paragonato a quello medio della nostra provincia, al punto che il piccolo borgo di Bagli resta spesso isolato per diversi giorni. L'escursione qui proposta interessa il versante che segue il torrente Boreca nella sua piega verso sud, in direzione delle sorgenti. Rimane quindi lontana dai monti Alfeo e Lesima, "guardiani" posti all'ingresso della valle. Artana e Bagli sono i due unici paesi presenti su questo lato, a mezz'altezza sulla catena che culmina nel crinale dei monti Cavalmurone e Legna.

Uniti tra loro da un sentiero che attraversa il bosco rimanendo sempre più o meno alla stessa quota, gli abitati sono raggiungibili in auto, indipendentemente l'uno dall'altro, da due strade che lì finiscono. Escluso dunque il traffico di transito, che sarebbe in ogni caso esiguo per l'isolamento della zona, i due agglomerati rimangono immersi in una grande quiete nella quale è piacevole trovarsi per lasciare che lo sguardo corra sui pendii boschivi del versante opposto, quello che progressivamente sale verso la lontana vetta del Monte Alfeo ed è incivilito dalle case di Suzzi, Pizzonero e Belnome. La passeggiata è attuabile in qualsiasi stagione, anche se l'autunno, con i suoi caldi colori, si addice a questo ambiente densamente popolato di alberi caducifogli. Anche gli appassionati di mountain bike potranno pedalare in relativa scioltezza lungo questo itinerario, magari inserendolo in un percorso più ampio e impegnativo.

L'avvicinamento in auto

La strada più diretta è quella che da Bobbio potrebbe essere definita "dei tre passi": Passo del Penice, del Brallo e del Giovà. Se si preferisce rimanere a fondo valle il più possibile, o se le condizioni atmosferiche lo consigliano (il Passo del Giovà rimane spesso chiuso per neve), si può procedere sulla statale per Geno­va fino a Traschio, poco prima di Ottone, quindi girare a destra per Zerba e proseguire fino ad arrivare a destinazione. Anche questa seconda scelta presenta un inconveniente: attraver­sando una zona franosa, è bene informarsi prima sull'effettiva percorribilità. Si parcheggia nei pressi dell'albergo di Capannette di Còsola.

L'escursione

Si segue la strada che rimane a sinistra dell'albergo, contraddistinta dai segnali per Artana e Bagli. Per quasi un quarto d'ora si cammina in piano, e già a sinistra si ha idea del magnifico panorama di cui si godrà per la maggior parte del tempo, poi si arriva al bivio, raccordo del percorso a racchetta programmato. Qui i cartelli indicano anche le distanze: 7 Km a Bagli, 5 ad Artana; si va in direzione di quest'ultima, a sinistra. La strada comincia a scendere con curve abbastanza ampie, che assicurano divertimento con gli sci da fondo, e in circa 50 minuti (calcolati a piedi, naturalmente) si arriva al paese, in un ampio spazio sterrato adibito a parcheggio, meta ultima delle automobili, poiché tra le case si sviluppano soltanto stretti vicoli; oltre lo spiazzo si vede una bella chiesetta. Si entra nel paese e lo si attraversa, approfittando delle fontane per rifornire le borracce, e quando se ne esce ci si trova nel sentiero che, attraverso il bosco, porta a Bagli, unico collegamento diretto tra i due centri; si trascura la deviazione segnalata a sinistra per Pizzonero, situato sul versante al di là del Boreca. Dopo un quarto d'ora si guada un torrente, che può essere asciutto, in estate, o, al contrario, ostentare un'esuberante cascatella nella stagione piovosa. 

Da qualche tempo ha fatto la sua comparsa il segnavia, il consueto biancorosso, numerato 121, il cui scopo è solo quello di rassicurare, perché il cammino è obbligato tra gli alberi. In altri 25 minuti si arriva a una casa che appare all'improvviso, in una radura, e 15 minuti dopo è la volta di una cappelletta, primo segno dell'ormai vicino Bagli, all'ingresso del quale si incontra un bivio con deviazione a sinistra (da ignorare) per Suzzi. Anche in questo caso si attraversa tutto il paese, arrivando a un parco attrezzato con giochi per bambini e panchine che rappresenta l'apice della racchetta che si sta percorrendo. Poco più avanti, seguendo la carreggiabile di cui si è raggiunta l'estremità, si incontra la bella chiesa, fronteggiata da un imponente esemplare di ippocastano. 

Qui si può decidere se seguire la strada principale, che riporta all'auto senza difficoltà, ma obbliga a seguire i tornanti (si è visto sopra che mancano 7 Km al bivio Bogli - Artana), oppure tagliare verso monte per i prati seguendo il sentiero che parte proprio dalla chiesa. 

Nella scelta si tenga presente che, in montagna, vige una legge empirica secondo la quale, in salita, il tempo di percorrenza dipende soltanto dall'ubicazione dei punti di partenza e di arrivo, non dall'itinerario seguito (il campo gravitazionale è conservativo!). Correttamente interpretata, la regola si riduce all'ovvia osservazione che, con una salita diretta, si percorre meno strada, ma si fa più fatica e si procede più lentamente; salendo a zigzag, invece, la strada è più lunga, ma si fa meno fatica e si cammina più svelto. Scegliendo la scorciatoia si attraversa più volte la carreggiabile; poiché il sentiero non è contrassegnato da segnavia, e spesso di dissolve nei prati o tra i cespugli, occorre procedere un po' a logica, sempre verso l'alto, tenendo presente che bisogna anche progressivamente spostarsi a destra. Un buon riferimento, molto evidente, è costituito dal filare ininterrotto di pali telefonici, sempre più o meno allineato al cammino intrapreso. In poco meno di un'ora e mezza ci si ritrova al bivio alla base della racchetta, e con altri 20 minuti si è alla vettura.

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero