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La valle trasversale al Torrente Chiarone, a un'estremità della quale sorge la splendida Rocca d'Olgisio, proprio a quest'ultima deve la popolarità che l'ha eletta meta turistica. La sezione piacentina del Club Alpino Italiano ha di recente provveduto a marcare con i classici segnavia biancorossi alcuni percorsi che orbitano intorno all'antico edificio e al prospiciente Monte San Martino. L'attenzione di turisti ed escursionisti, però, rimane concentrata sul versante occidentale della valle; quello orientale, privo di un'emergenza architettonica significativa come il castello, rimane meno frequentato. Ma itinerari panoramici con magnifiche vedute sulla stessa Rocca d'Olgisio e sulla Val Luretta sono facilmente percorribili.
Sono essenzialmente costituiti dalle stradine che univano le tante case rurali isolate della zona, stradine che a volte attraversano i boschi, altre volte corrono sui crinali. La loro conoscenza si tramanda di generazione in generazione, è quel plusvalore che consente a chi lo possiede di trasformare le linee astratte di una carta topografica in un percorso nitido e continuo. Emilio Oddi, che a Chiarone è nato e non ha mai smesso di abitare, ha questa fortuna. Da una chiacchierata con lui è sorta l'idea dell'escursione al Monte Sereno qui proposta, tanto insolita quanto affascinante.
Entrati a Pianello si segue la strada per Piozzano, per lasciarla pochi chilometri più avanti, a Gazzoli, seguendo a destra i cartelli per Chiarone e Rocca Pulzana. Percorso circa mezzo chilometro, si arriva in vista del ponte che attraversa il torrente Chiarone. Appena prima della casa sulla curva a destra che immette sul ponte, una strada sterrata sale a sinistra: lì si parcheggia.
Si imbocca la sterrata che sale a sinistra dell'asfaltata e la si percorre per circa 3 minuti finché, a qualche decina di metri davanti a sé, appare un cancello che sbarra la strada. Senza avvicinarglisi si nota, nel campo scosceso alla propria sinistra, la traccia di un sentiero che costeggia la zona alberata per infilarvisi poco più in alto: è la direzione da seguire. Su per il campo, dunque, lungo il suo margine sinistro, entrando poi nel bosco attraverso un varco molto evidente dove la radura finisce. Per meno di 10 minuti si cammina in salita costante, poi, dove la pendenza si attenua un po', si ignora una deviazione a sinistra, proseguendo dritto sul sentiero principale. Poco più avanti si arriva a un valico in corrispondenza del quale ci si immette in una mulattiera che sale da sinistra, andando dritto. Dritto si va anche 2 minuti dopo, quando ci si trova a un incrocio; come riferimento, in lontananza, sulla destra, si vede la casa isolata detta "I Fitti".
La marcia scorre quasi sempre al limitare dei campi, a ridosso del bosco che rimane spesso alla propria sinistra. In 5 minuti si arriva a una modesta cima, e poco dopo ci si trova a un bivio dove si va dritto in salita (l'altro ramo scende verso destra), raggiungendo così un valico dove si rimane sul crinale ignorando la discesa a gomito sulla sinistra. In meno di 10 minuti si raggiunge Casa Poggiane, un'abitazione diroccata dalla quale, sulla sinistra, si apre una bella veduta su Vidiano. Subito dopo il rudere si attraversa un incrocio, andando ancora dritto in salita; 3 minuti più avanti, in corrispondenza di uno svincolo secondario a sinistra, si tiene invece la destra, rimanendo sul sentiero principale dove presto ci si affianca a una recinzione sulla destra. Ancora 3 minuti e ci si immette in una strada che sale da sinistra, imboccandola verso destra, sempre in salita; in questo modo si aggira il recinto a fianco del quale si sta camminando. In 10 minuti scarsi si arriva a un valico che, essendo alla chiusura della valle lungo la quale ci si è mossi, si affaccia sulla Val Luretta; quasi senza rendersene conto si è arrivati alla cima del Monte Sereno.
Si segue la piega verso destra, rimanendo ai margini della radura, gli alberi, questa volta, alla propria destra. Rientrati rapidamente nel bosco, se ne esce quasi subito per trovarsi a un crocicchio nel quale convergono 5 vie, compresa quella da cui si proviene: delle 2 davanti a sé, in salita, si imbocca quella a sinistra che, in 1 minuto, porta a un valico dal quale si ammira, in lontananza, la Rocca d'Olgisio. Si inizia a scendere, trascurando la strada che, 1 minuto più a valle, si immette da destra; si va dritto anche 2 minuti dopo, ignorando la strada che gira a gomito a destra, in prossimità di un tavolaccio. Trascorsi poco più di 5 minuti si arriva a un'ampia curva a destra dalla quale si staccano in successione, verso sinistra, due sentieri, il primo in salita, il secondo in discesa: si imbocca il primo.
La salita dura poco, presto si ricomincia a perdere quota; si passa accanto a un calanco, sulla sinistra, poi al bordo di un grande campo scosceso, tenendosi vicino agli alberi che delimitano. Rientrati nel bosco, dalle aperture tra la vegetazione si scorge l'ormai vicino Monte San Martino. La discesa si fa sempre più ripida, tuttavia senza mai essere pericolosa (il rischio maggiore, scivolando, è trovarsi seduti per terra), finché si arriva quasi al greto del Chiarone. Dove il sentiero curva a destra, perdendosi tra le piante, lo si lascia attraversando un piccolo ma evidente varco che porta direttamente alla briglia di cemento sul torrente. In un attimo si guada il corso d'acqua, rimanendo a valle della briglia e approdando a uno spiazzo oltre il quale passa un'ampia carreggiabile: la si segue verso destra e si raggiunge in qualche minuto la strada asfaltata, nella quale ci si immette a destra, in discesa. Si attraversa l'abitato di Chiarone, si cammina fino a raggiungere il ponte, lo si percorre e, dopo la curva, ci si ritrova al punto di parcheggio.
Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero
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