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La magnifica Rocca d'Olgisio, la prima delle cui sei cinte murarie risale al sesto secolo, è posta sullo spartiacque tra il Tidone e il Chiarone e, da sola, costituisce motivo di grande interesse storico e architettonico. Arrivarvi con l'automobile è facile: vi passa la strada asfaltata che unisce Pianello a Pecorara. Perché, allora, complicarsi la vita salendo al castello a piedi, affrontando salite impegnative nei boschi e facendo equilibrismi sugli affioramenti d'arenaria? Il semplice amore per il trekking è, naturalmente, una risposta più che valida, ma l'autentico valore aggiunto alla scelta più faticosa deriva da una peculiarità che rende unica la valle alle nostre latitudini: la presenza di fichi d'India nani che, fra la tarda primavera e la prima estate, tempestano del giallo dei loro fiori le aree più esposte al sole e prossime alle rocce che consentono prosperità a una specie originaria di luoghi ben più aridi.
Queste cactacee si incontrano, ad esempio, lungo la parte alta dell'itinerario, dove si diradano gli alberi e ci si affaccia sulla radura al cui centro sorge Casa Cisello. Nonostante le quote in gioco, e i conseguenti dislivelli, siano di ordine collinare, l'escursione non va presa sottogamba. La salita nel bosco, accanto ai calanchi, è molto ripida e può risultare sfiancante in tempo di canicola, proprio a causa della modesta altitudine della zona. Il sentiero si snoda poi, nelle vicinanze della rocca, sulle cuspidi di lunghi affioramenti rocciosi, dove è necessario avere passo sicuro per non rischiare una brutta caduta. A queste difficoltà si contrappone però l'efficienza del segnavia, puntuale e di recente realizzazione. Merito del CAI, che da qualche tempo ha esteso la sua attenzione alle zone di confine della provincia (comprensori del Tidone e dell'Arda), tracciando itinerari non meno affascinanti di quelli, più blasonati, delle valli centrali.
Entrati a Pianello si segue la strada per Piozzano, per lasciarla pochi chilometri più avanti, a Gazzoli, seguendo a destra i cartelli per Chiarone e Rocca Pulzana. Proprio in prossimità di Chiarone si parcheggia, appena passato il ponte sul torrente omonimo.
Sulla curva dove inizia il parapetto del ponte sul Torrente Chiarone è visibile il cartello biancorosso del CAI che indica il sentiero 209 per Rocca d'Olgisio. Lì si scende (soltanto all'inizio i cespugli ostacolano un po' il cammino) e si cammina lungo l'argine sinistro, arrivando presto a costeggiare dei suggestivi calanchi. Dopo 6 minuti, quando si è alla fine dei calanchi, il sentiero piega a sinistra e, infilandosi nel bosco, sale deciso, abbandonando il letto del corso d'acqua. Per 5 minuti la stradina rimane larga, anche se ripida, poi si restringe entrando nel fitto degli alberi. In 2 minuti si arriva a innestarsi, tenendo la destra, in una mulattiera che viene dal basso, e 7 minuti più tardi ci si affaccia alla parte alta dei calanchi che si erano costeggiati a fondovalle, mentre si incontrano le prime macchie di ginestre. Altri 7 minuti, durante i quali la salita ha concesso una piccola tregua, e ci si immette in una carreggiabile girando a sinistra, in salita, guidati dal cartello per Rocca d'Olgisio. 5 minuti più avanti si ignora il segnale del CAI che indica, a sinistra, l'itinerario 209a per il Sassolungo e Chiarone; si gira a destra, invece, una si entra nel suo giardino esterno. È un lungo spiazzo rettangolare, a metà del quale, a sinistra, parte una discesa che va ignorata, nonostante l'orientamento di un cartello del CAI (209-Rio Tinello-Chiarone) possa lasciare nel dubbio.
Eventuale visita alla rocca a parte, occorre arrivare fino alle mura e seguirne il profilo verso sinistra, camminando nel prato al loro esterno fino a lasciarsele alle spalle, dirigendosi così verso una piccola guglia naturale, accanto a una breve scalinata in salita, ricavata nella roccia. Si ritrova in questo modo il segnavia a cui, puntualmente, ci si affida. Qualche minuto dopo, scesi alla base di un macigno che si è costeggiato lasciandolo alla propria destra, si scorge una deviazione che porta in pochi metri alla Grotta della Goccia, senz'altro interessante. Tornati sui propri passi si cammina con prudenza in cresta alle rocce finché il segnavia invita a scendere nel bosco. Dopo 5 minuti, dove il sentiero curva a sinistra, ci si può affacciare a destra, salendo alcuni gradini nella roccia, per godere di una bella veduta sulla valle sottostante. Si riprende la marcia, e in 5 minuti si arriva al fianco della radura di Casa Cisello; poi, dopo altri 10 minuti di discesa, si arriva a guadare il Rio Tinello.
10 metri dopo il guado ci si trova a un incrocio, ben segnalato dal CAI: si tiene la sinistra, per Chiarone (a destra si sale al Monte S. Martino). 5 minuti più tardi la stradina piega a destra e sale fino a raggiungere, in altri 3 minuti, una mulattiera in cui ci si innesta andando a sinistra, raggiungendo così un'altra stradina, ancora più ampia, per immettervisi ancora verso sinistra, in discesa. Gradualmente il percorso si dissolve in un prato in cui è comunque facile seguire la direzione giusta, poi la strada diventa carreggiabile, fino a terminare nell'asfaltata che da scende da Rocca Pulzana. In questa si gira a sinistra, raggiungendo in pochi minuti, e attraversando, Chiarone. Arrivare alla macchina è ormai questione di pochi minuti.
Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero
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