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Da Filippazzi ai Monti Concrena e Poggio Alto

Presentazione

Chi ha percorso la Valle Bergaiasca avrà forse percepito la minacciosa incombenza della costa impervia che ne costituisce il lato occidentale. È il fianco di una catena che parte dal Monte Belvedere e si snoda più o meno rettilinea fino al Poggio Alto, per poi raggiungere il Monte Capra e piegare verso il Sant’Agostino e il Tre Abati. Tanto è improponibile l'ascesa a quelle vette dalla Valle Bergaiasca, quanto è agevole dal versante opposto, partendo dai pressi di Filippazzi. Si tratta solo di avere fiato e buone gambe, perché il dislivello non concede sconti ed è in buona parte concentrato nel primo tratto, com'è naturale percorrendo una cresta. Autentici pericoli non se ne incontrano; è sufficiente l’applicazione di elementari norme di prudenza in isolati punti un po' esposti, che potrebbero risultare insidiosi in concomitanza di condizioni atmosferiche perturbate.

L'itinerario prevede il raggiungimento di quattro cime in successione. Il Monte Belvedere, alto 1.052 m, è la prima, e tiene fede al nome: non ostacolato a nord da altri rilievi, consente a chi vi sale di spaziare con lo sguardo su una buona parte della Val Padana, arrivando fino alla cerchia alpina. La gradinata procede poi con i monti Concrena (1.112 m) e Gonio (1.127 m), tanto vicini tra loro da renderne difficile l'identificazione, una volta sul posto. Più staccato, e più alto di tutti con i suoi 1.237 m, il Poggio Alto è un altro magnifico osservatorio naturale. Giù da quello, il ritorno avviene scendendo per un'ampia mulattiera che porta velocemente a Filippazzi stando a ridosso del crinale che si è appena lasciato. L'assenza di segnavia in quest'ultimo tratto, che non fa parte di percorsi segnalati dal CAI, ma è palesemente una strada di servizio per i mezzi agricoli, non deve preoccupare: adottando la regola "sempre verso il basso" non si hanno dubbi davanti a nessuno dei pochi bivi che si incontrano.

L'avvicinamento in auto 

A Perino si entra in paese, procedendo verso Genova sulla vecchia strada (quindi evitando la circonvallazione che scende verso il fiume). Si esce dall'abitato e, dopo alcune curve, si gira a sinistra, seguendo i cartelli per Marubbi, Boioli e Filippazzi. Passato Boioli si raggiunge il bivio per Marubbi e Filippazzi; si sta a sinistra, verso quest'ultimo, azzerando il contachilometri per avere un riferimento certo. 2 km e 300 m più avanti, prima di aver raggiunto Filippazzi, si parcheggia la macchina dove, sulla sinistra, sale il sentiero 151.

L'escursione 

A sinistra un cartello del CAI indica chiaramente il sentiero 151 per il Monte Concrena. Lo si imbocca e, 2 minuti più tardi, si sta a sinistra, camminando accanto a un reticolato che si tiene alla propria destra. Per pochi minuti si sta in piano, poi si comincia a guadagnare quota, arrivando in altri 5 minuti allo scoperto per trovarsi davanti alle boscose pendici del Belvedere. 

Ancora 5 minuti, si supera un dosso e si scende in una sella, nel cui punto più basso si gira a sinistra per entrare nel bosco, ancora guidati dal cartello 151 Monte Concrena. In 6 minuti di salita ripida ci si immette, girando a destra, in un sentiero che taglia il proprio; il segnavia, come sempre sarà fino al Poggio Alto, non lascia dubbi. Poche decine di metri più avanti si raggiunge un valico dove si gira a sinistra in salita, abbandonando la strada che scende dritto davanti a sé. È un punto panoramico dal quale si possono ammirare il Penice e, più a destra, l'Armelio. 5 minuti dopo un altro sentiero taglia la direzione di marcia: a destra e immediatamente a sinistra, per riprendere la salita.

Meno di 5 minuti e si esce dal bosco, affacciandosi sulla Val Perino e, più sotto, sulla Bergaiasca; il monte Osero fa bella mostra di sé. Occorre un quarto d'ora di quella impegnativa salita per arrivare alla vetta del Belvedere. Nello spazio di poco più di 10 minuti si passano le cime dei monti Concrena e Gonio e le selle che le raccordano; dubbi d'orientamento non ce ne sono, si cammina sulla cresta ben guidati dal segnavia. Superato il Gonio si scende per 8 minuti in un profondo avvallamento, finché si incontra un crocicchio. Ignorata la mulattiera che scende a destra, senza indicazioni, si considera il bivio segnalato davanti a sé: si segue la direzione 151 - Monte Capra, evitando quella a sinistra, che porta al Monte Mangiapane e a incrociare il sentiero 153. Per 20 minuti si sale, alternando tratti tra gli alberi ad aperture panoramiche improvvise, di forte suggestione, poi ci si accorge che il segnavia, piegando in uno spazio aperto, tende a lasciare alla propria destra la sommità del Poggio Alto, nascosta da un boschetto e distinguibile perché chiaramente punto più elevato della zona.

La si raggiunge senz'altro, abbandonando per quelle poche decine di metri il bollo biancorosso, e, una volta appagato lo sguardo e riposate le gambe, si torna al sentiero del Cai per imboccarlo nuovamente verso destra. Per 5 minuti si scende verso un'altra sella, accostandosi a un reticolato finché, dove il segnavia indica un varco a sinistra nel filo spinato, gli si dà l'addio, non superando lo sbarramento, ma prendendo la mulattiera che, appena più avanti, scende a destra verso valle. In breve la via si allarga in una strada scoscesa, larga ma solcata da tracce di veicoli agricoli, rese più profonde dall'incanalarsi delle piogge.

Ogni tanto qualche altro sentiero vi si immette, provenendo dall'alto, ma basta ricordare la regola "verso il basso" per non sbagliare mai. Intanto il fondo, da terroso che era, è diventato sassoso, rendendo la camminata un po' disagevole. In 20 minuti si superano due successive spianate artificiali (ricordare: verso il basso), dopodiché, in 3 minuti, si incontra un acquedotto al cui sfiato di troppopieno è possibile dissetarsi. 7 minuti più tardi si segue la piega a sinistra, dove una strada altrettanto ampia, simmetrica a quella che si sta percorrendo, scende dal Monte Belvedere, visibile davanti a sé. Poco più avanti si cominciano a vedere, a distanza, le prime case di Filippazzi, che si raggiungono dopo 4 minuti; lì la strada diventa asfaltata. Arrivati nel centro del piccolo abitato si procede dritto, ignorando la svolta a sinistra per Marubbi, e dopo un quarto d'ora abbondante ci si ritrova al punto di parcheggio.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero