Statistiche web

Da Leggio al Monte Osero e al Castello d'Erbia

Presentazione

La Val Perino non finisce mai di riservare gradite sorprese. Se il suo lato occidentale si presenta in buona parte roccioso e impervio, solcato da pietraie, e dà la sensazione di trovarsi a quote superiori a quelle reali della zona, il verdeggiante versante orientale offre la possibilità di costruire un itinerario che tocca punti di vario e notevole interesse. Prendendo come base Leggio, si sale attraverso i boschi fino alla cima del Monte Osero, la cui cima erbosa è una magnifica terrazza panoramica sui dintorni. Lì si realizza il primo appariscente cambio di ambiente: i fitti alberi d'alto fusto in mezzo ai quali ci si è mossi lasciano il posto ad ampi pascoli distribuiti per tutta la costa che scende a sud, verso il Passo della Cappelletta, mentre davanti a sé, in lontananza, l'orizzonte è chiuso dall'inconfondibile profilo del Monte Aserei. Ancora si torna tra i boschi, questa volta per sbucare nel silenzioso borgo di Casali e portarsi fino alle case di Verano attraverso i campi.

Rivolta la marcia verso nord, per iniziare un ritorno ancora lungo e paesaggisticamente generoso, si scende nella gola in cui il Perino, da sempre sottomesso alla ferrea legge della gravità, precipita più volte a formare cascate di non comune bellezza. Ormai non lontani dall'aver completato l'anello, altri abitati schiudono le loro vie: Calenzano con la sua chiesa, Piccoli, San Boseto. E, ultima perla di questa lunga camminata, l'isolato Castello d'Erbia che, situato sopra un promontorio più in basso della strada, svela lentamente la sua struttura un po' sinistra a chi vi si avvicina. Le pessime condizioni in cui versa questa rocca, eretta nel XV secolo probabilmente dai Nicelli, impediscono purtroppo di entrarvi, poiché il perimetro è recintato per indiscutibili motivi di sicurezza. L'escursione non presenta particolari difficoltà; richiede soltanto un buon allenamento, perché dislivello e lunghezza sono ragguardevoli. Bisogna anche mettere in conto lunghi tratti privi di segnavia che, peraltro, solo raramente possono lasciare incerti sulla direzione da seguire.

L'avvicinamento in auto 

A Bettola, appena superato il ponte sul Nure, si gira a destra seguendo le indicazioni per il Passo del Cerro e Perino. Raggiunto il passo si gira a sinistra per Calenzano e, dopo circa 4 chilometri, ancora a sinistra per Leggio, a cui si arriva qualche centinaio di metri più avanti. Si parcheggia nello spiazzo antistante il cimitero. 

L'escursione

Si cammina per poco verso l'interno del paese, girando a sinistra, in salita, dopo aver oltrepassato la casa con il numero civico 10. Superata l'ultima abitazione si incontra un bivio al quale si tiene la destra, mentre al bivio successivo, che si raggiunge 5 minuti più tardi, si sta a sinistra. 2 minuti dopo si procede dritto, ignorando una deviazione a destra, e in breve si arriva a un tratto pianeggiante; 8 minuti più avanti si sceglie una direzione a piacere alla biforcazione, poiché i due rami si ricongiungono qualche decina di metri a monte. A destra 2 minuti più tardi, poi qualche minuto e la strada esce allo scoperto, a sinistra di un grande campo, per passare poi in una specie di galleria formata dalle fronde di alcuni alberi. Occorrono 8 minuti per arrivare a un primo incrocio a molte vie, dove si tiene la direzione in salita e, subito dopo, a un secondo incrocio, quello con il sentiero 001 del CAI; si comincia a seguire il segnavia girando a destra. Dritto si va 10 minuti più tardi, sempre confortati dal bollo biancorosso, ma anche da un segnale turistico su fondo giallo che indica il Passo della Cappelletta. Ancora dritto dopo 7 minuti, all'altezza di un cartello del GAEP che riporta la dicitura "Cerro Crociglia km 5".

In 10 minuti si raggiunge e oltrepassa un cancello di legno, avendo cura di richiuderlo alle proprie spalle. Pochi metri più avanti, a destra, si alza la cima dell'Osero: vi si sale lasciando il sentiero e camminando a vista, guidati comunque da un segnavia raro ma efficace nell'aiutare a scegliere la traiettoria più agevole; la vetta è conquistata in meno di 10 minuti. Ammirato il panorama, dalla Valle Bergaiasca all'Aserei, fino al vicino promontorio del Monte Cogno, si riparte scendendo per ritrovare il sentiero di base e riprendendo a percorrerlo verso destra, fino a iniziare la discesa tra i pascoli, in direzione del Passo della Cappelletta. Un quarto d'ora più a valle si supera un altro cancello in legno, e 10 minuti dopo si raggiunge un incrocio: il segnavia indica dritto, lo si abbandona voltando a destra; per aver conferma di aver scelto la strada giusta, dopo 30 metri si verifichi di essere passati accanto a una casupola diroccata. 10 minuti dopo, dove una mulattiera scende a destra e, qualche metro più avanti, un'altra scende a sinistra: si trascurano entrambe, continuando ad andare dritto. Arrivati in 5 minuti a una radura creata dai taglialegna, il sentiero curva dolcemente a sinistra per poi ridursi tanto in larghezza da consentire il passaggio a più persone solo in fila indiana. Questo tratto stretto dura 5 minuti, poi la via si allarga in bei prati in cui la traccia rimane abbastanza nitida, per poi tornare ad essere una confortevole mulattiera. Proprio in quel punto, appena usciti dai prati, si va dritto, ignorando una curva a gomito a destra e guadando un torrente o, in stagione asciutta, la traccia che ne rimane.

Ancora dritto 3 minuti più avanti, e in capo ad altri 10 minuti si arriva in vista delle case di Casali (vicine, davanti a sé) e di Verano (più lontane, sulla destra). Si tiene la sinistra al bivio nel cui mezzo è posto un vecchio silo, si costeggia tutto Casali e, raggiunta l'asfaltata, vi si gira a destra, accanto a una fontana, e si entra in paese. Raggiunto in pochi passi il centro, si volta a sinistra, seguendo il cartello per Coli. Al bivio appena fuori dall'abitato si va dritto e, in circa 10 minuti, prima tra i campi, poi su una traccia più chiara, si entra a Verano (un'altra fontana), dove si ritrova un segnavia, il 155. Lo si segue nella piega a destra della strada asfaltata, che si lascia appena usciti dal borgo, seguendo ancora il bollo biancorosso a sinistra. Si arriva in pochi minuti a un bivio in cui il segnavia è posto ambiguamente tra le due diramazioni: si sta a sinistra, in discesa. 10 minuti più a valle si guada un torrente, e 2 minuti dopo si piega a sinistra, in un prato, guidati dai marcatori biancorossi dipinti su due alberelli. Lo scroscio non lascia dubbi, si è ormai in presenza del primo, spettacolare salto delle cascate del Perino.

Il sentiero le costeggia fino al Mulino Rié (15 minuti quanto mai ipotetici, senza mai fermarsi ad ammirare lo spettacolo naturale), dove sbuca nella sterrata che, a sinistra, porta in 10 minuti a Calenzano Fondo. Se ne esce, seguendo la carreggiabile solo fino al primo, ampio tornante a destra, dove si imbocca una viottola che sale a sinistra, puntando decisa verso l'edificio sacro di Calenzano Chiesa. Raggiuntolo, e ricaricate le borracce alla fontanella davanti alla facciata, si taglia nel prato antistante, in salita, fino a entrare nell'asfaltata per seguirla a sinistra. Si passa tra le case di Piccoli, dove si incontra un'altra fontana, poi ancora dritto per 5 minuti, svoltando a sinistra per San Boseto, segnalato da cartello. Raggiunte le abitazioni si gira a destra, poi, quando il Castello d'Erbia è già in vista, si sta a destra a un bivio (segnavia un po' ambiguo); la successiva deviazione a sinistra è invece ben segnalata, e in un minuto si arriva alla recinzione del castello, che non deve essere valicata, sia per rispetto della proprietà, sia per il pericolo di crolli. Si torna sui propri passi solo fino al primo bivio che si incontra, dove si curva a sinistra; qualche minuto e, a un incrocio, si gira a gomito a destra, guidati dal bollo biancorosso. Ci si innesta su una mulattiera verso l'alto, a destra, poi un bivio al quale si sta a sinistra per ritrovare l'asfaltata poco più in là. La si percorre verso sinistra per 25 minuti, per poi voltare a destra al cartello per Leggio e, subito dopo, ancora a destra. Occorrono ancora 10 minuti per ritrovarsi alla macchina. 

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero