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Da Monteventano al Passo Di Caldarola

Presentazione

Costretto dalla pendenza della dorsale orientale, il torrente Luretta scorre convergendo lentamente verso il Tidone, nel quale affluisce ormai in pianura, tra Campremoldo di sotto e Rottofreno, perdendo per pochi chilometri l'opportunità di acquistare prestigio entrando direttamente nel grande Po. A monte, le sue acque sgorgano da sorgenti poste nella conca delimitata, a sud, dal Passo di Caldarola, posto a metà dell'ideale arco che unisce Perino a Pecorara passando per la Pietra Parcellara, e si incanalano nella stretta valle in fondo alla quale si trova il piccolo e antico borgo di Monteventano. È il primo e più affascinante dei tratti percorsi dal Luretta, che poi attraverserà Piozzano e Agazzano prima di raggiungere il piano. L'anello proposto si sviluppa in senso orario portando a guadare subito il corso d'acqua e a raggiungere presto la quota della Costa del Bulla, che si affaccia sulle valli del Dorba e del Trebbia, e a camminare a lungo godendo alla propria sinistra lo spettacolo dello scoglio di Perduca e della Pietra Parcellara.

Dal Passo di Caldarola si arriva gradatamente sull'altro versante e, alternando strade asfaltate ad altre sterrate, si torna a Monteventano, apprezzando la quiete di quella nicchia di alture. Il percorso non presenta grandi difficoltà né, tantomeno, pericoli; il guado iniziale del Luretta, attuabile per la maggior parte dell'anno, può essere evitato raggiungendo un non lontano ponticello qualora la quantità d'acqua inviti alla prudenza. Da tenere in considerazione sono invece la lunghezza del tragitto (quasi cinque ore effettive) e l'ascesa pressoché continua della prima metà, seguita da lunghi tratti a saliscendi moderati ma continui. Soltanto arrivati a Case Colombani, cioè quasi nuovamente in vista di Monteventano, si può ritenere archiviata la salita.

L'avvicinamento in auto 

Lasciato Piozzano alle spalle si prosegue dritto fino a un bivio dove è indicato Monteventano in entrambe le direzioni. Con l'asciutto conviene stare a sinistra, arrivando più velocemente al paese dal basso; poiché, però, il tratto finale di strada è in forte pendenza e a volte in cattivo stato, in caso di recenti piogge è migliore l'altra strada, che presenta una pendenza moderata. Si parcheggia davanti alla chiesa. 

L'escursione 

Si costeggia l'abitato a sinistra; quando lo si è quasi superato del tutto e si è all'altezza del castello (si tratta di poche decine di metri), si prende il sentiero poco visibile che, a sinistra della terrazza erbosa che chiude il borgo, scende in mezzo al bosco verso il torrente. In meno di 5 minuti la stradina attraversa un'asfaltata e rientra subito nella macchia di lecci e ginestre, dalla quale esce pochi minuti più tardi, arrivando a un torrente che scende da destra. Lo si segue verso sinistra e, sempre guidati dall'acqua, si arriva al guado del Luretta, reso evidente dalla presenza, sull'altra sponda, di una carreggiabile che muore nel greto e che si va a raggiungere. 50 m più avanti ci si immette su una strada asfaltata girando a destra. Si supera quasi subito una casa, poi, dopo una doppia curva sinistra - destra, un'altra abitazione, dopo la quale si lascia l'asfalto per salire, a destra, costeggiando dei campi coltivati. In meno di un quarto d'ora si raggiunge un cascinale che il sentiero, nonostante sembri perdersi nell'aia, in realtà aggira per proseguire.

Dalla cascina che 8 minuti dopo si raggiunge parte una strada ben tenuta con ghiaia piuttosto fine; proprio all'inizio di quel vialetto, con curva stretta a destra, si riprende il sentiero. Quando si è quasi al crinale verso il quale ci si è diretti, il sentiero si disperde nei campi, ma la meta è evidente: un filare d'alberi segnala la strada che sta in cresta e che si va a raggiungere per poi seguire a destra. Si è ormai sulla Costa del Bulla, dalla partenza è trascorsa circa un'ora; presto si supera, trascurandola, la deviazione per Missano, poi, dopo una curva, ci si affaccia sulla Val Dorba. Lo scenario è magnifico: la Pietra Parcellara e lo scoglio di Perduca appaiono all'improvviso, e ogni tanto, girando lo sguardo sulla destra, un po' alle spalle, si rivede Monteventano. In 20 minuti di camminata in falsopiano si passa attraverso un gruppo di case, poi un altro quarto d'ora e un altro abitato, mentre a sinistra, a qualche centinaio di metri, si distinguono nettamente la chiesa e il torrione di Bobbiano.

 Per la prima volta da quando è apparso, sulla Costa del Bulla, il segnavia si rivela utile: su una stretta curva a gomito a sinistra, il sentiero da seguire è quello che prosegue dritto davanti a sé, ben indicato dal marchio biancorosso. Si raggiunge un primo cocuzzolo con un cascinale. Altri 10 minuti scarsi, il sentiero, sempre segnalato, procede dritto in salita, mentre due diramazioni si staccano a destra; si passa accanto a un piccolo acquedotto e si continua a stare sul crinale, alternando tratti pianeggianti ad altri di salita abbastanza impegnativa. Dopo circa mezz'ora di saliscendi si arriva a una sella, ormai prossima al Passo di Caldarola. Davanti, in alto, una casa, mentre il sentiero segnalato prosegue piegando per aggirare l'abitazione a sinistra; si segue invece la stradina che scende a destra, iniziando così la lunga manovra di chiusura dell'anello (si è circa a metà percorso in termini di tempo). In 10 minuti, arrivati a un gruppo di case abbandonate, si prende a sinistra; il sentiero non è evidente, a volte si perde nei prati, ma è sufficiente dirigersi verso il ruscello che disegna l'avvallamento in cui ci si trova e poi seguirlo fino a trovare una strada che entra nel bosco di lecci e castagni.

All'uscita dal folto della vegetazione si incontra una roccia dove si ritrova il segnavia, proveniente da sinistra, e subito dopo si attraversa un ponticello. Si è in vista di Moiaccio, che si raggiunge dopo essersi immessi in un'ampia sterrata che, come spiega un cartello del Cai, viene dal Passo di Caldarola e va a Monteventano. A Moiaccio il segnavia invita a passare attraverso il centro, ma è meglio stare a sinistra, sulla carreggiabile, per rimanere in quota ed evitare un'impegnativa discesa seguita da un'altrettanta ostica salita. Si passa attraverso Casa Cignatta e ci si immette, proseguendo nel senso di chiusura dell'anello, sulla provinciale, anch'essa proveniente dal passo di Caldarola ma destinata alle automobili. 

Si passa e si ignora una deviazione a sinistra per Pecorara, segnalata anche come strada panoramica per Sevizzano, e dopo 10 minuti si lascia la provinciale e si gira in una strada bianca a destra, proprio dove sorge una piccola cappella, e si tiene ancora la destra al bivio che immediatamente si incontra. Si cammina nel bosco, incontrando anche alcune abitazioni, per 20 minuti, quindi si arriva a Casa Lunga, dove si ritrova l'asfalto. Si va dritto, lasciando alla propria sinistra le due derivazioni che si incontrano nei primi 200 metri, e si arriva a Case Colombani in meno di 10 minuti. La camminata prosegue senza incertezze e, dopo 40 minuti, appare in lontananza Monteventano; in altri 10 minuti si raggiungono altre case, dopo le quali si gira a destra (il punto d'arrivo è bene in vista) guidati da un esplicito cartello dell'Anas e, in meno di un quarto d'ora, si conclude l'escursione.

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero