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Da Taverne alla Croce Dei Segni

Presentazione

La Val d'Arda rappresenta la memoria storica della provincia di Piacenza. Tra le sue rocce stratificate, oggetto di approfonditi studi da parte dei geologi, furono rinvenuti fossili di grande importanza, per la maggior parte custoditi al museo di Castell’Arquato. Scavando sulle sue colline fu riportato alla luce quel gioiello che è la cittadina romana di Veleia (ogni grafia alternativa possibile è stata adottata, con "elle" singola o doppia, con "i" normale o lunga), le cui rovine sono tra le meglio conservate in Italia. E tra i suoi boschi albergano esemplari di castagni e faggi dalle dimensioni così imponenti da giustificare l'elezione a Parco Provinciale dell'area a sud di Veleia.

Il cuore del parco, a più di 900 m di quota, è agevolmente raggiungibile in automobile; vi sorgono l'oratorio della Madonna del Monte e, proprio al termine della strada, tutta asfaltata, un ristorante, entrambi a ridosso di ampi spiazzi erbosi attrezzati che offrono l'opportunità di mangiare al sacco anche seduti a comodi tavolacci. Coloro che amano socializzare trovano qui, nella stagione calda, un ambiente ideale, frequentato da centinaia di persone con lo stesso desiderio. Chi, invece, è più incline a vedere in quell'assembramento un trasferimento in blocco della piacentina via XX Settembre presa di sabato pomeriggio, può seguire i numerosi sentieri che, addentrandosi nella macchia, aggirano i rilievi e vi salgono, godendosi ore di solitudine e improvvise aperture panoramiche sulle valli limitrofe.

L'avvicinamento in auto 

A Lugagnano si seguono i cartelli per il Parco Provinciale (chi arriva da Piacenza procede dritto, tagliando la piazza principale del paese). Seguendo sempre la stessa segnaletica ci si inoltra nell'area protetta finché si incontra la deviazione a sinistra per Taverne, ben segnalata. La si imbocca e, dopo circa un chilometro, si raggiunge l'abitato, dove si parcheggia. 

L'escursione 

Proprio dove è infisso il rustico ma elegante cartello in legno con il nome di Taverne si segue la mulattiera, a destra per chi entra in paese, evidenziata da un altro cartello in legno che indica Madonna del Monte. Un terzo cartello riporta la mappa dei possibili itinerari nel parco; la passeggiata qui suggerita nasce dall'unione del percorso blu, definito "sentiero della Quercia dei Dragoni", con quello giallo "Croce dei Segni". Al bivio che quasi subito si incontra si sta a sinistra, e dopo un quarto d'ora si arriva a una curva su un calanco dalla quale si vede per la prima volta la piccola e profonda valle scavata dal Rio del Roncaccio, valle nella quale la marcia prosegue allo scoperto, con i boschi sull'altro versante. Nei 10 minuti che seguono si sale moderatamente e ci si avvicina sempre più al torrente, fino a guadarlo piegando a sinistra e passando sull'altro lato della valle, in mezzo alla vegetazione. Dopo meno di tre minuti un bivio può lasciare nel dubbio, perché entrambe le diramazioni sembrano ugualmente percorribili; si sta a sinistra e, dopo altri 5 minuti, si arriva a un incrocio, tra magnifici faggi d'alto fusto, al quale si prosegue dritto.

In poco tempo ci si accorge che, al di là del filare d'alberi alla propria sinistra, si apre una radura attrezzata: si è in prossimità dell'oratorio di Madonna del Monte, che si raggiunge in meno di 5 minuti, girando a sinistra quando si arriva alla strada asfaltata che proviene da Lugagnano. Si procede sulla provinciale fino ad arrivare al ristorante nei pressi del quale finisce, il che avviene in poco più di 10 minuti. Da qui partono diversi sentieri; quello che interessa è in forte salita, tra l'edificio, a destra, e la fila di cassonetti dell'immondizia, a sinistra. Questa descrizione non deve far pensare a un ambiente degradato; al contrario, il modesto impatto ambientale dei cassonetti è l'economico prezzo da pagare per avere un buon livello di pulizia nei dintorni, dovuta, ci auguriamo, all'educa-zione dei turisti più che alla fatica dei gestori.

In un quarto d'ora piuttosto intenso a causa della pendenza sostenuta si arriva al punto più alto di tutto il percorso, i 1.072 m di Croce dei Segni, contraddistinta da una croce in legno e da un tabernacolo, poco distante, contenente una piccola statua della Vergine; per un attimo si gode un bel panorama, poi si comincia a scendere entrando in pineta per uscirne 10 minuti più tardi. Appena prima si è incontrato un bivio, al quale si è tenuta la sinistra; a destra si sarebbe tornati al ristorante, come evidenziato dal consueto "voi siete qui", che ha fatto più volte la sua comparsa durante il tragitto. All'uscita dal bosco si incontra il tratto più ripido, in discesa, un calanco che richiede una certa attenzione soprattutto con il bagnato o con il ghiaccio, ma anche con il bel tempo, a causa della franosità del suolo; davanti a sé il vicino Monte delle Donne e i più lontani Obolo, da destra, Santa Franca, Menegosa e Lama.

Al termine della discesa si curva a gomito a sinistra, lasciando il sentiero che proseguirebbe verso il Monte delle Donne, e si cammina in una larga mulattiera in favorevole falsopiano. Dopo dieci minuti senza incertezza, in un tratto pianeggiante, a destra, a 90°, si ignora un sentiero che scende verso La Costa. Per riconoscere il bivio, al quale si procede comunque dritto, un cartello in legno levigato, destinato a chi pratica trekking a cavallo, indica Monte delle Donne - Bardetti. Altri 6 o 7 minuti e si incontra un bivio (gli osservatori più attenti lo definiranno trivio, perché davanti, seminascosta, c'è una terza stradina che porta a una casa isolata passando accanto a uno stagno); qui si gira a sinistra e, un minuto più tardi, a destra, guidati ancora dal bel cartello in legno "Monte delle Donne - Bardetti" che, anche se non riguarda l'escursione, è un occasionale e ottimo riferimento. 

In 3 minuti si arriva a Tollara, entrando sulla strada asfaltata e seguendola a sinistra. In breve (qualche decina di metri) la strada muore, ma davanti a sé è già visibile una mulattiera che scende tra i campi. La si segue per poco: appena passata una sbarra che preclude il passaggio ai veicoli a motore (come riferimento certo, si è in vista di una casetta isolata, la prima da quando si è usciti da Tollara) si incrocia uno stretto sentiero per mountain bike: a sinistra, sulle orme delle biciclette. Presto il cammino si allarga in una sterrata che costeggia il monte da cui scendono diversi torrenti, uno dei quali forma una piccola cascata proprio a ridosso del sentiero. In dieci minuti si è in vista di Taverne, che si raggiunge con altri 5 minuti di marcia, dopo aver guadato un ultimo corso d'acqua e lasciato alla propria destra la deviazione per Case lnzani. Il borgo si attraversa in un attimo e si è all'automobile.

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero