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Da Travo alla Costa del Bulla

Presentazione

Il sentiero 101 del CAI accompagna dall'alto per molti chilometri il corso del Trebbia, staccandosene soltanto quando il Boreca scende a sbarrargli il passo. Unitosi allora al nuovo compagno di viaggio, il sentiero prosegue fino alle pendici del lontano Monte Carmo, ormai in provincia di Genova. Il suo lungo cammino, che lo porterà sulle cime del Penice e del Lesima, inizia tra le case di Travo dove, camuffato come se fosse una qualsiasi via cittadina, cerca di non dare troppo nell'occhio. Da lì sale subito con decisione, guadagnando più di 400 metri di quota per arrivare alla Costa del Bulla. Asfaltato e scoperto fino a Tradoni, il 101 assume poi dignità escursionistica entrando nel bosco e diventando sterrato. 

Dalla Costa il panorama si apre sulla Val Luretta, ma a dominare il paesaggio, quando si scende verso sud, nella valle del Dorba, sono la Pietra Parcellara e il sottostante scoglio di Perduca. Il ritorno, secondo le indicazioni contenute in queste righe, avviene sulla strada provinciale che proviene da Bobbiano e passa attraverso Pastori. È una scelta che deriva dal desiderio di aggirare i problemi di orientamento che si affronterebbero rimanendo a mezza costa e spostandosi da un borgo all'altro attraverso la ragnatela di stradine tra i campi, prive di segnalazioni.

L'avvicinamento in auto 

Entrati a Travo dalla statale 45 se ne oltrepassa la piazza, si segue la curva a sinistra e si parcheggia prima della fine dell'abitato, nei pressi della svolta a destra per Villa Nera, Civardi e Tradoni (segnalati). Quello, almeno, è il punto di partenza della camminata; per motivi di spazio (e di buona educazione) potrebbe essere necessario lasciare la vettura poco più distante, ad esempio nella zona a destra appena usciti dalla piazza.

L'escursione 

Si imbocca la strada per Villa Nera, ignorando una diramazione a sinistra, qualche minuto più tardi, e raggiungendo presto il piccolo abitato. Si prosegue dritto, trascurando la svolta a destra per Villa Bianca, rimanendo sulla principale, asfaltata, anche al bivio che segue, meno di 5 minuti più avanti. Finora il segnavia è stato distribuito con parsimonia, ma solo perché la direzione da seguire è sempre stata molto evidente. L'agglomerato di Bertoni è presto raggiunto e superato e, 5 minuti dopo, medesima sorte tocca ad Azzano. Arrivati a Tradoni, la strada diventa bianca; all'uscita dal paese si incontra un bivio: si tiene la sinistra, seguendo il cartello per Casa’ Vecchio superiore. Un po' d'attenzione è necessaria 2 minuti più avanti, perché dove la mulattiera piega a destra, il sentiero da seguire è quello che si stacca salendo dritto; un segnavia guida nella scelta, ma non è molto visibile. Dritto, dunque, facendosi probabilmente largo, almeno nella stagione calda, tra fogliame invadente; coltivazioni permettendo, si può decidere di camminare al limitare del campo che il viottolo costeggia.

La salita concede una tregua in prossimità di una costruzione in pietra, sulla destra, per poi riprendere quasi subito. Dopo 10 minuti si va dritto, trascurando il sentiero che arriva da destra a gomito, poi, una seconda volta, bisogna stare con gli occhi ben aperti: dove la strada si è ormai assestata in piano, dopo una morbida curva a destra, si deve abbandonare la principale ed entrare tra gli alberi a destra, come indicato dai bolli biancorossi del CAI. In 3 minuti si arriva a innestarsi, verso l'alto, a sinistra, in una mulattiera più ampia: è l'inizio di un tratto in falsopiano che, in un quarto d'ora, conduce a una casa e, appena più avanti, a una strada asfaltata, che si inizia a percorrere verso sinistra (si ignori il sentiero che sale dritto davanti a sé quando si arriva all'asfalto). Si è ormai alla Costa del Bulla. 2 minuti dopo si trascura la deviazione a destra per Pradello, ma la si tiene come un segnale di preavviso perché, 100 metri dopo quella, si deve lasciare la strada principale per girare a sinistra in una sterrata ben tenuta.

Si cammina in discesa (ormai non si incontreranno quasi più salite), innestandosi 7 minuti più tardi verso sinistra in un'altra strada che scende da destra e raggiungendo così le case di Casalì. Ancora un quarto d'ora e si entra in un altro abitato, poi sempre in discesa, in direzione dell'imponente Pietra Parcellara, che domina la scena dall'altro lato della valle. In pochi minuti si arriva alla provinciale per Travo, in cui ci si immette girando a sinistra. La marcia prosegue ormai senza alcuna difficoltà, portando in 20 minuti ad attraversare Pastori per ritrovarsi poi, con altri 40 minuti di cammino, al punto di parcheggio dell'auto. 

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero