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Da Trebecco al Roccone

Presentazione 

Nella sua lunga corsa che dalle pendici del Penice lo porta a immettersi nel Po nei pressi di Rottofreno, il Tidone si trova la strada sbarrata da quello che è il più imponente esempio di architettura e ingegneria dell'epoca fascista presente nel territorio piacentino: la diga del Molato. Il bel lago artificiale che viene così a formarsi, che prende il nome dal vicino borgo di Trebecco, stende le sue acque tra la nostra provincia e quella di Pavia, tagliato com'è trasversalmente dalla linea di confine tra l'Emilia Romagna e la Lombardia. Linea che prosegue verso sudest, lungo un morbido crinale che, raggiunto il Monte Lazzarello, piega poi verso sud. Proprio la camminata su questa dorsale costituisce il momento più affascinante dell'escursione qui proposta, grazie alla veduta che offre di Zavattarello, sovrastato dal suo castello solitario, e dalla Valle del Tidone nel suo tratto lombardo. 

Si inizia a percorrerla non lontano da San Silverio, raggiungendola dopo una salita quasi a vista attraverso i campi, salita a metà della quale, guardando alle proprie spalle, si ha l'opportunità di godere di una bella panoramica sul lago di Trebecco. La si lascia, poi, solo dopo aver raggiunto la sommità del Raccane, cima verdeggiante e arrotondata come sono tutte le consorelle della zona, accomunate, d'altronde, anche dalla modesta altezza. Il ritorno avviene nell'atmosfera ovattata dei boschi del versante settentrionale, e porta a toccare il tranquillo abitato di Fontanasso. Una piccola difficoltà, probabilmente l'unica, è data dalla mancanza del segnavia, che può lasciare incerti in alcune intersezioni di strade. Tenendo però sempre presenti le linee guida (il raggiungimento del crinale, poi quello della vetta), i riferimenti sono comunque sufficienti, per frequenza ed evidenza, a consentire una sicura passeggiata che si può praticare tutto l'anno, magari evitando i mesi più caldi, dei quali è bene approfittare per escursioni a maggior quota.

L'avvicinamento in auto

Al primo bivio che si incontra arrivando a Nibbiano si seguono le indicazioni per il Passo del Penice, prestando però attenzione, perché quasi subito, quando si è ancora in paese, si deve girare a sinistra, al cartello per Trebecco. Raggiunto quest'ultimo abitato si parcheggia sulla banchina vicino alle prime case.

L'escursione 

Si attraversa tutto Trebecco fino ad arrivare in vista del bivio che, a destra, porta a Fontanasso, come indicato da un cartello. È solo un riferimento, perché occorre girare a destra una ventina di metri prima di quella biforcazione, seguendo la carreggiabile sterrata che porta a San Silverio (non segnalato). Usciti dal paese si costeggia un campo da calcio. Dopo 10 minuti si supera un ponticello poco appariscente e si procede per altri 5 minuti, finché si vede che la strada fa un'ampia curva a destra per andare ad aggirare la collina. Proprio dove inizia questa curva, dalla sinistra scende un fosso costeggiato da un filare d'alberi, accanto al quale sale una carrareccia che serve i campi sul pendio: la si imbocca, a sinistra in salita. Si cammina sulla linea di confine con la Lombardia, come confermato dai cartelli “Provincia di Pavia -A.T.C.” affissi ogni tanto sui tronchi. 

Dopo 5 minuti il sentiero perde nitidezza, ma è sufficiente continuare a tenere gli alberi come guida, ricordando che l'obiettivo è raggiungere il crinale. Ancora qualche minuto e si incrocia una stradina, ignorandola e continuando a salire; è il momento di voltarsi ad ammirare Trebecco, il Monte Bissolo più a sinistra e, al fianco di quello, la Diga del Molato. 4 minuti e il filare piega a sinistra, lasciando un varco attraverso il quale si passa per procedere sempre secondo la stessa logica. Ancora si incrocia una strada, ancora si va oltre, sempre in salita. La vegetazione comincia a cambiare: alle querce si affiancano le conifere. In meno di 5 minuti si raggiunge finalmente il crinale, solcato dall'ampia sterrata che sale da San Silverio. Davanti a sé, in lontananza, si riconosce Zavattarello. Si gira a sinistra e, da adesso in poi, si mantiene sempre questa strada di cresta, ignorando da subito le due diramazioni che si incontrano pochi metri più in là, una per versante. Dopo 10 minuti si entra in un'ombrosa faggeta, dalla quale si esce un quarto d'ora più tardi sempre mantenendo la direzione principale quando, occasionalmente, si sono incontrate diramazioni. Appena valicata un'altura, riconoscibile per il campo coltivato alla destra e per la malga lì costruita, si vede davanti a sé, ma ancora abbastanza distante, il Roccone. 

Naturalmente si prosegue, sempre lungo la strada di cresta, raggiungendo in 5 minuti una cappelletta. Sempre avanti e, in altri 10 minuti, al termine di una rampa si arriva al Roccone, la cui cima è, di fatto, soltanto un valico, oltre il quale si scorge una casetta in pietra. Per tornare indietro si gira a sinistra, entrando nel fitto del bosco; dopo 3 minuti di discesa si interseca un sentiero, che si prende a seguire a sinistra. È una mulattiera un po' disagevole, probabilmente abbastanza chiusa dalla vegetazione ma evidente, che in 5 minuti porta a un bivio dove si va dritto, in discesa, ignorando la salita a sinistra. In 7 minuti si esce dal bosco e si comincia a vedere, ancora lontano, l'abitato di Fontanasso. Al bivio che si incontra pochi minuti dopo si sta a sinistra, e in 10 minuti si entra nel borgo, seguendo la strada in salita nel suo serpeggiare attraverso le case fino a innestarsi, andando dritto, in un'altra strada che arriva da destra. Dritto, dunque, lungo la carreggiabile per Trebecco, che si raggiunge in meno di un quarto d'ora, transitando accanto al suo cimitero per poi ripercorrere la via principale del paese e concludere la camminata.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero