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L’aglio bianco è uno dei prodotti d’eccellenza nostrani e nonostante non sia così conosciuto come i Salumi DOP o la pasta fresca, è considerato dagli esperti il miglior aglio bianco di grande pezzatura coltivato in Italia. L’acronimo IGP significa Indicazione Geografica Protetta.
Piacenza può vantarne una produzione eccellente, soprattutto nella Bassa, ai confini con la provincia di Cremona e in particolare a Monticelli d’Ongina, comune considerato tra le capitali italiane della varietà bianca.
La zona di produzione ed essicazione è però più vasta e comprende i comuni di Besenzone, Cadeo, Calendasco, Caorso, Castelvetro Piacentino, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Piacenza, Podenzano, Pontenure, Rottofreno, Sarmato, San Pietro in Cerro, Villanova sull’Arda e la parte pianeggiante dei comuni di Agazzano, Alseno, Borgonovo Val Tidone, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Castel San Giovanni, Gazzola, Ponte dell’Olio, Rivergaro, San Giorgio Piacentino, Vigolzone.
La storia dell’aglio ha radici antichissime: le prime tracce compaiono in Cina tremila anni prima della nascita di Cristo e poi via via seguono il corso della storia, in Mesopotamia, in Grecia, fino alle glorie dell’Impero Romano.
L’aglio piacentino nel corso del Novecento ha bruciato le tappe meritandosi una notorietà nazionale e internazionale (fino agli Usa dove nel 1952 venne addirittura quotato a Wall Street) per il suo gusto e le proprietà benefiche.
Ma perché è così pregiato? Secondo gli esperti le ragioni che rendono prelibato questo bulbo fanno riferimento a diversi fattori. Prima di tutto le sue grandi dimensioni, poi l’eccezionale conservabilità, che gli permette di mantenersi intatto fino a un anno dal raccolto. È molto apprezzato dagli chef per la preparazione di svariati tipi di ricette.
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