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Pomodoro Piacentino

Il pomodoro è la star indiscussa della cucina mediterranea, cuore e sostanza dei piatti che ci hanno fatto conoscere nel mondo: la pizza, gli spaghetti e la caprese. 

Il pomodoro è originario del Messico e arriva in Europa con le navi spagnole nel XV secolo: inizialmente gli venivano attribuiti persino proprietà medicinali e magiche, e a partire dal XVIII secolo diventa a tutti gli effetti un alimento coltivato sulle rive del Mediterraneo e poi anche nelle campagne emiliane. 

Piacenza ha una consolidata tradizione per quanto riguarda il pomodoro. La prima varietà coltivata era chiamata genovese (dai luoghi di provenienza): i semi arrivavano nel Piacentino con piccoli commercianti che dalla Liguria portavano l’olio d’oliva ricevendo in cambio formaggi e salumi. Solo in un secondo momento fa la sua comparsa una variante di forma allungata, proveniente dalla Campania, denominata San Marzano. 

La produzione, iniziata nei comuni di Rivergaro, Podenzano, San Giorgio, Piacenza, Fiorenzuola e Alseno, nel corso del Novecento si espande in tutta la provincia, dalle sponde del Po fino alle prime pendici appenniniche. La prima fabbrica nostrana di conserva nasce infatti nel 1906 a Ca’ Blatta, tra Gossolengo e Rivergaro. 

A Podenzano, la capitale piacentina del pomodoro, si tiene a luglio un’importante manifestazione dedicata all’oro rosso della tavola, con momenti culturali, convegni, spettacoli e stand enogastronomici. Anche Expo 2015 ha celebrato l’importanza del pomodoro nostrano, prodotto di assoluta qualità sia per l’uso immediato che per la trasformazione. 

Dal punto di vista economico e occupazionale è una risorsa molto importante, perché ha da sempre contribuito allo sviluppo del settore agroalimentare e assicurato solidità a tante generazioni di piacentini, “fotografando” perfettamente il legale con la terra. Oggi le realtà più importanti del settore sono meno di una decina, ma rappresentano il lavoro di migliaia di addetti.