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Tra le tante appetitose sfide che animano l’eterna rivalità enogastronomica tra Piacenza e Parma c’è anche quella per la paternità dell’anolino, destinata storicamente a non avere un vincitore assoluto poiché questo piatto vede la luce nel Ducato e abbraccia quindi fin dalla sua nascita entrambi i territori.
L’anolino nasce sotto forma di pasta ripiena nel XII secolo, ma occorre aspettare sino al XVI secolo perché il piatto venga riproposto nei pranzi di nobili, cardinali e papi da Bartolomeo Scappi, che ne fornisce la prima ricetta scritta. Inizialmente era una ricetta riservata alle classi più abbienti, poi con il tempo divenne comune anche nelle classi più povere trasformandosi in piatto tipico della cucina popolare.
Come tutte le paste ripiene, ogni tradizione la realizza con un ripieno e un tipo di brodo di cottura diversi. La versione più comune vuole il ripieno a base di stracotto di manzo, mentre in Val d’Arda non si contempla la presenza della carne, ma solo Grana Padano e pane grattugiato. L’interpretazione della zona di Salsomaggiore Terme, di Fidenza e della Bassa Parmense prevede solo pane grattugiato scottato con ottimo brodo. Per quanto riguarda la forma, la variante piacentina è più piccola e a semicerchio, mentre l’anolino parmense è più grande e di forma circolare. Anche sul brodo con cui vengono serviti esistono diverse scuola di pensiero: in “terza” o di solo cappone, più leggero o più ricco.
Potete consultare la ricetta
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