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Palazzo Gotico, edificato nel 1281 grazie all’iniziativa di Alberto Scotti, è tra i più importanti esempi di architettura civile medioevale. Arricchito da un loggiato in marmo rosa di Verona, in elegante contrasto con il piano superiore in cotto rosso, è decorato con ampie trifore e quadrifore. Al piano superiore è ospitato il grande salone per le assemblee, ora adibito a prestigiosa sede di convegni e manifestazioni. La facciata è limitata da una cornice ad archetti incrociati in marmo; al di sopra corre la merlatura a coda di rondine e svettano tre torrette, quella centrale con il campanone che sottolinea con i suoi rintocchi eventi memorabili.
Palazzo Gotico è sempre stato il centro della vita istituzionale del Comune di Piacenza, ma come l’altro gigante, Palazzo Farnese, è rimasto incompiuto: solo il lato nord è terminato in tutti i dettagli. Perché? Ai tempi della costruzione, il sopraggiungere di una terribile epidemia di peste rallentò i lavori e fece mancare i fondi necessari al completamento dell’opera. Il cortile interno doveva essere porticato sui quattro lati ed era il luogo dove venivano proclamate e affisse le Gride del governo della città. L’edificio che chiude il cortile è successivo al palazzo e fino al 1870 era stato sede delle carceri cittadine. Nel corso dei secoli il palazzo ha subito pesanti manomissioni, ma con i restauri di inizio Novecento si è cercato di riportarlo all’originario splendore.
All’incirca sino agli anni ’50-’60 del secolo scorso una grande lastra di pietra, apparentemente corrosa dal tempo, risultava collocata appena sopra al collarino del pilastro d’angolo di Palazzo Gotico, quasi di fronte al monumento equestre a Ranuccio I Farnese. A ricordo della stessa oggi non restano che le quattro grosse grappe che la sorreggevano essendo il manufatto, agli inizi degli anni ’70, andato perduto. Peccato, perché sembra che nascondesse un segreto. Risulta infatti che quello che sembrava il fronte della lapide non fosse altro che il suo retro. Ma andiamo per ordine. La lapide dovrebbe essere stata scolpita ed esposta sulla facciata del Gotico poco dopo l’uccisione del duca Pier Luigi Farnese, come può desumersi dall’iscrizione che sembra riportasse: «LIBERATA PER OPTIMOS CIVES PATRIA ET CAESARI RESTITUTA X SEPTEMBRIS MDXLVII» (Liberata la patria per mezzo degli ottimi cittadini e restituita all’imperatore il 10 di settembre 1547). È fin troppo chiaro che essa facesse riferimento alla congiura costata la vita al primo duca di casa Farnese. Nove anni più tardi, al ritorno di questi Signori con Ottavio, figlio dell’assassinato Pier Luigi, la lapide venne prudentemente rovesciata ma lasciata al suo posto; probabilmente, visti i tempi, si pensava di poterla presto riutilizzare. Invece il dominio farnesiano questa volta si protrasse a lungo e la pietra non fu più rivoltata.
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