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L’edificio, a pianta centrale, che tipicamente viene denominato come “battistero” sorge nei pressi della Chiesa di San Giovanni Battista. Di questa costruzione però non viene fatta alcuna menzione: esso non risulta citato nei documenti di privilegi e donazioni che si susseguono nei secoli. E' quindi da considerarsi una preesistenza che non risulta entrare a far parte del complesso.
È proprio nei confronti di questo edificio che si é rivolto l'interesse degli storici, ritenendolo uno dei più singolari della provincia. L'unica spiegazione plausibile si ritiene quella che identifica la rotonda di Vigolo Marchese come un oratorio-cappella citata in una donazione del IX secolo al monastero di San Sisto. La "curtem viculi cum capella" citata nel documento, sarebbe una delle tappe lungo i fasci di percorsi di pellegrinaggio medioevale, confermata dalla successiva fondazione monastica benedettina dotata di struttura ricettiva per pellegrini. Piacenza si configura come luogo di incontro dei percorsi diretti verso le principali sedi di pellegrinaggio, ma anche verso i numerosi santuari minori.
Edifici a pianta centrale, oltre che in tipologie a funzione battesimale, vengono utilizzati anche nei martiria, ossia luoghi dedicati agli eroi della cristianità. In relazione a tali considerazioni si ritiene che la rotonda di Vigolo Marchese possa quindi essere considerata uno dei santuari realizzati ad imitazione del Santo Sepolcro. Fascino e mistero avvolgono questo incredibile sito, capace di meravigliare chiunque lo visiti.
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