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Al termine di due anni di lavori ininterrotti, nel corso dei quali è stato compiuto il restauro dell’edificio e di tutti i suoi affreschi, nel dicembre 2009 è stata riaperta la ex chiesa di San Vincenzo, ora Sala dei Teatini. Con questo importante evento, la città di Piacenza ha visto crescere il suo patrimonio artistico e culturale con uno spazio monumentale pubblico completamente rinnovato. I meravigliosi affreschi che illuminano l’interno della ex chiesa appartenuta all’Ordine dei Teatini sono rimasti per anni inaccessibili e versavano in avanzato stato di degrado. Il recupero dei dipinti, così come delle opere lignee e della facciata, è stato possibile grazie a un’onerosa opera di ripristino che ha coinvolto disparati soggetti e mestieri, sotto il sapiente coordinamento della Sopra Intendenza e degli Uffici comunali.
Conclusi i lavori di restauro, un progetto d’avanguardia ha trasformato l’ex chiesa in un moderno auditorium: un luogo di cultura vitale e fruibile. Le caratteristiche di acustica e le soluzioni tecnologiche adottate, in particolare, hanno reso possibile la sua destinazione a sala prove dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal Maestro Riccardo Muti, che a Piacenza ha sede.
Il compimento del restauro della ex chiesa di San Vincenzo e la sua trasformazione in auditorium per la musica hanno segnato un passo cruciale in direzione di uno dei principali obiettivi che l’Amministrazione comunale si è data in tema di cultura: la composizione, nel quartiere San Vincenzo, della Cittadella della Musica, spazio ideale in cui le attività di Teatro Municipale, Sala concerti-prove dei Teatini, Conservatorio, Teatro dei Filodrammatici e Cavallerizza si raccordino e si coordinino.
La chiesa di San Vincenzo fu costruita dai Teatini verosimilmente a partire dal 1595-1600, sull’area messa a disposizione dal vescovo Burali al loro arrivo a Piacenza nel 1571. Il progettista, il teatino napoletano Pietro Caracciolo, ripropose lo schema delle chiese piacentine del tempo, prendendo spunto dalla intensa attività architettonica di Alessio Tramello, ma il progetto fu cambiato e la nuova costruzione venne ampliata in corso d’opera verso la facciata lungo via Scalabrini. L’edificio fu consacrato il 29 giugno 1612 da Monsignor Claudio Rangoni, vescovo di Piacenza. I Padri Teatini abitarono il convento di San Vincenzo fino al 13 settembre 1810, quando Napoleone ordinò la soppressione di tutte le corporazioni religiose. Con lo scioglimento dell’ordine teatino, la chiesa e l’annesso convento furono incamerati dal Governo, ma, dopo una lunga serie di traversie, vennero messi all’asta e passarono alla congregazione dei Fratelli delle scuole cristiane che, dopo il loro ritiro nel 1972, vendettero gli immobili al Comune di Piacenza.
La chiesa ha la facciata in mattoni a vista, disposta su due ordini architettonici, ripartiti verticalmente da lesene (con capitelli dorici le inferiori e ionici le superiori) e orizzontalmente da un fregio scandito classicamente da triglifi. Nell’ordine superiore si apre un finestrone centrale sormontato da un timpano spezzato, a cui corrisponde inferiormente un imponente portale in pietra e granito, evidenziato da colonne, che sorreggono un architrave con timpano mistilineo, coronato dallo stemma dell’ordine dei Teatini. L’impianto planimetrico è a pianta longitudinale con transetto, suddivisa da robuste colonne in tre navate, fiancheggiate da cappelle laterali, e conclusa nella crociera da una cupola con alto tiburio. La navata centrale è sormontata da una volta a botte, unghiata in corrispondenza delle finestre, mentre le navate laterali sono voltate a cupolette. L’apparato decorativo che riveste tutte le pareti, le volte e le cupole è stato realizzato dagli inizi del ‘700.
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