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Nelle sue vicinanze sorgeva il Ricetum Casa Dei, l'Ospizio per pellegrini fondato da Ghisulfo nel 1122, dotato di buone rendite e affidato agli agostiniani. Del Castello di Cadeo la prima notizia risale al 1307, anno in cui ottocento cavalieri e cinquecento fanti di Parma erano accorsi con Gilberto da Correggio in aiuto dei Ghibellini piacentini di Lancellotto Anguissola.
Nel 1310 il fortilizio di Cadeo veniva dato alle fiamme per ordine di Alberto Scoto e nel 1336 era atterrato da Azzo Visconti. Altra distruzione avvenne nel 1449 per opera di Angelo Sanvitale e del Piccinino in guerra col il duca Francesco Sforza. Nel 1477 la proprietà passò ai Canonici Lateranensi che alla fine del Settecento la cedettero al Collegio Alberoni.
La costruzione, a due piani, sorge su pianta a U e delimita un ampio cortile chiuso sul quarto lato da un fianco della Chiesa Parrocchiale. Ciò che affascina maggiormente è il massiccio torrione d'ingresso; a eccezione di questo, la costruzione non conserva alcun elemento che ricordi le sue antiche funzioni difensive, come il ponte levatoio purtroppo andato perso. La dimora padronale, oggi in parte sistemata, comprende alcuni grandi sale coperte da volta o da cassettoni.
Recentemente il Castello è entrato nel circuito Terre Traverse, aderendo al progetto che tende a valorizzare gli edifici a fini turistici e culturali. Oggi è gestito dalla famiglia Lambertini, pur rimanendo proprietà del collegio Alberoni.
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