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30 marzo 2024

Alfabeto Bianco - via Nova 53 Piacenza

Tutte le date:

Dal 2 dicembre 2023 al 30 marzo 2024

Gordon Matta-Clark / Giorgio Andreotta Calò • donna Kukama • Hans Schabus

Alfabeto Bianco - via Nova 53 Piacenza

Info

Inaugurazione mostra sabato 2 dicembre | 17.00-20.00

Inaugurazione sabato 2 dicembre 17.00 - 20.00 

dal 6 dicembre 2023 al 30 marzo 2024

Alfabeto Bianco - via Nova 53 Piacenza 

L’iniziativa rientra nella rete del contemporaneo XNL Aperto.

Il terzo capitolo espositivo negli spazi di Alfabeto Bianco presenta una selezione di opere fotografiche di Gordon Matta Clark in dialogo con lavori di Giorgio Andreotta Calò, donna Kukama e Hans Schabus.

Gordon Matta-Clark è probabilmente uno degli artisti più influenti del secondo Novecento. L'eredità della sua ricerca è fondamentale, risultando fonte di ispirazione per generazioni più giovani.

Nel corso degli ultimi trent'anni sono state numerose le mostre a lui dedicate; sia a livello pubblico (su tutte quella presso il Whitney Museum New York 2007) che privato. Altrettanto frequenti sono state le pubblicazioni che ne hanno indagato la parabola artistica. La mostra da Alfabeto Bianco si interroga su questo lascito proponendone una lettura attraverso il dialogo con sguardi contemporanei.

In Italia Matta-Clark ha realizzato il maggior numero di interventi, dopo gli Stati Uniti.

La prima sala ospita la serie Bing-go-ne, 1974.  Il trittico (già esposto nella retrospettiva del Whitney Museum di New York del 2007) è qui affiancato ad un piccolo dittico proveniente dalla collezione di Robert Rauschenberg.  Arc de Triomphe, 1975 è una delle opere in mostra più radicali e, in effetti, mai realizzata. La storia racconta di un primo sopralluogo effettuato utilizzando la macchina fotografica di Giorgio Colombo e di una modifica della facciata della fabbrica di Sesto San Giovanni che non verrà alla fine mai eseguita. Infraform, 1973, progetto realizzato a Milano e sviluppato in occasione di un viaggio di GMC insieme alla compagna Carol Gooden.

A definire il percorso della mostra incontriamo opere di artisti di diversa generazione connotati da affinità poetiche e attitudinali.

Giorgio Andreotta Calò, Icarus (ramo), 2023 - “La scultura, che si presenta in apparenza come una natura morta, ci sorprenderà inaspettatamente quando dal bozzolo uscirà una falena della specie Argema Mimosae. Da questa attivazione si innesca una relazione con lo spazio circostante attraverso il volo, ultimo atto del ciclo di vita dell’opera.”

donna Kukama, The Swing (after After Fragonard), 2009 - Il video è stato realizzato a partire da una performance svolta al Mai-Mai Market, nella zona ad est dei sobborghi di Johannesburg. L'opera si collega a una serie di interventi realizzati da Kukama che ruotano intorno ad un particolare gesto, estrapolato da una ricerca d’archivio svolta dall’artista, che successivamente raccoglie in sé riferimenti nuovi e spesso inquietanti, attraverso una strategia di riconfigurazione e dislocamento.

Hans Schabus, Vogeltränke (to cast one's Mind back into Mould), 1999-2009 - L’opera consiste in un abbeveratoio e posatoio per uccelli che nasce e si sviluppa dal tentativo, fallito, di produrre una scultura in bronzo come autoritratto.

Gordon Matta-Clark (New York 1943 • New York 1978) ha studiato architettura alla Cornell University dove si laureò nel 1969. Nello stesso anno in occasione di Earth Art conosce Robert Smithson e Dennis Oppenheim. Con quest'ultimo partecipa alla realizzazione di due progetti, Beebe Lake Ice Cut e Annual Rings. Sull'esempio degli artisti presenti alla mostra Earth Art del 1969, Matta-Clark realizzò i suoi progetti fuori dagli spazi usualmente deputati ad ospitare le mostre. Utilizzando una vasta gamma di media quali: fotografia, film, video, performance, disegno, collage di foto e scultura sotto forma di interventi su larga scala nell'architettura esistente, Matta-Clark è stato un pioniere ed uno sperimentatore inesauribile. Artista concettuale, noto per le sue ‘’building cut’’ in cui tagliava edifici abbandonati per creare spazi scultorei, ha esplorato la relazione tra architettura ed ambiente attraverso una pratica artistica radicale. Nel 1973 fondò il gruppo Anarchitettura (fusione di anarchia e architettura) insieme ad altri creativi come Joan Jonas, Lucio Pozzi, Trisha Brown, Laurie Anderson, con lo scopo di sviluppare nuove relazioni spaziali come critica alla società americana. 

Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979) conduce una ricerca la cui poetica multidisciplinare si manifesta attraverso un’indagine tra spazio, luce e materia. L’artista attraverso l’interazione tra storia e natura stimola una riflessione sulla relazione tra individuo e ambiente. Nel 2012 ha ricevuto il Premio MAXXI per la sua installazione Prima che sia notte, mentre nel 2014 il Premio New York, assegnato dal Ministero degli Affari Esteri. Nel 2017 è stato uno dei tre artisti invitati da Cecilia Alemani a partecipare al Padiglione Italia della 57a Esposizione internazionale d’arte di Venezia. 

donna Kukama (Mafikeng, 1981) è un'artista interdisciplinare la cui pratica utilizza la performance art come strumento di ricerca creativa. Il suo lavoro presenta istituzioni, monumenti, gesti di protesta, voci e momenti fugaci tanto reali quanto fittizi. Passando da performance, video, testi, suoni e installazioni multimediali, la sua pratica assume una forma sperimentale, applicando metodi deliberatamente indisciplinati. Ha lavorato con istituzioni in tutto il mondo, tra le ultime: South London Gallery, Londra (2022); Power Plant Contemporary Art Gallery, Toronto (2022); Museum DhondtDhaenens, Deurle (2022).

Hans Schabus (Watschig, 1970) è un artista visivo austriaco la cui pratica attinge a molteplici linguaggi tra cui scultura, installazioni, video, disegno e performance. In molte delle sue opere, Schabus riflette sul rapporto tra persone e spazio, sviluppando azioni che coinvolgono lo spettatore nell’esplorazione dell’ambiente circostante. Dal 2014 è professore di scultura e progettazione spaziale all'Università di Arti Applicate a Vienna, città dove vive e lavora. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre, i progetti più recenti sono Bruno Gironcoli, Hans Schabus, Nächste Türe läuten! del 2018 presso la galleria Krinzinger, A Bridge over Troubled Water, Underneath a Ramp towards the Harbour and behind a Wall of a Canal (a Passage) del 2017 negli spazi di Carico Massimo, Livorno.

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